Le Teorie Finanziarie di Charles Dow

Anche se non ha mai lavorato come Chief Executive Officer (CEO) o costruito un impero dal nulla, il nome di Charles Dow è legato alla storia della finanza, grazie anche all’indice di borsa che porta il suo nome (Dow-Jones). Tuttavia, il contributo di Dow alla finanza mondiale va ben oltre questo! Il suo più grande desiderio era infatti quello di aprire il mondo dell’alta finanza alla gente comune. In questo articolo, esamineremo la vita e le teorie finanziarie di Charles Dow.

dowCharles Dow nasce in una modesta fattoria nel Connecticut, il 6 novembre 1851. Pur non avendo alcuna formazione specifica e in generale poca istruzione, Dow lasciò la fattoria per intraprendere la carriera di giornalista all’età di 21 anni. Collaborò con diverse riviste e ben presto scoprì di avere un talento per la scrittura di articoli storici, nonché uno spiccato interesse per il settore del business. I suoi editori, incoraggiati dalla grande cultura finanziaria di Dow, gli commissionarono la scrittura di articoli investigativi sulle varie società americane. Nella stesura, Dow intervistò molti capitalisti, finanzieri ed industriali del tempo. Ed usò queste interviste per conoscere i metodi che gli operatori di Wall Street utilizzavano per valutare le azioni di queste società. Nel 1882, Charles Dow e un collega giornalista, Edward Jones, decisero di dar vita ad una propria azienda, la Dow Jones & Company. La loro prima pubblicazione, nel 1883, fu il Customers’ Afternoon Letter. In pratica, era un riassunto di due pagine che comprendeva le notizie finanziarie del giorno (tra cui il movimento di alcuni prezzi delle azioni), disposti in un formato facile da capire. In un momento in cui molti giornalisti avrebbero accettato tangenti per “esaltare” una specifica azione nei loro articoli, Dow creò un “metodo di reputazione” dei titoli al fine di ottenere un’analisi imparziale! Ancora più importante, egli scrisse queste analisi in un modo così semplice che anche le persone meno istruite potevano comprendere certi meccanismi finanziari! In pratica, questo metodo era il precursore dell’odierno Dow Jones Industrial Average (DJIA), ovvero l’andamento di un portafoglio composto dalle maggiori 30 imprese industriali statunitensi, raggruppate in un rapporto pesato in base al loro prezzo. Con esso e per la prima volta, si forniva un quadro molto chiaro ed esauriente che altrimenti potrebbe essere difficile da capire se ci si concentra sugli alti e bassi di una moltitudine di azioni. Nel 1896, il primo DJIA fu calcolato utilizzando i migliori 12 titoli del mercato azionario americano. Per calcolare il DJIA, viene divisa la somma di tutti i prezzi delle azioni per un apposito divisore (divisore Dow). Il divisore è adeguato in modo tale da tener conto di cambi nella composizione delle azioni, aumenti di capitale, scissioni, fusioni, etc… così da assicurare che tali eventi non alterino il valore dell’indice. Il calcolo iniziale era una semplice somma e divisione, che fornì 40,94 come prima media storica.

Il Wall Street Journal

Con la popolarità acquisita, Dow e Jones fondarono anche il famoso Wall Street Journal che divenne ben presto uno dei più importanti quotidiani finanziari del mondo! Il primo numero uscì l’8 luglio 1889. Per capire bene il contributo dato da Dow al mondo della finanza, basti pensare che prima dell’invenzione dell’indice e del Wall Street Journal, non vi era alcuna fonte coerente ed affidabile per ottenere informazioni sulle azioni!! Prima, infatti, molte aziende cercavano di nascondere al pubblico e agli investitori il loro vero valore o i guadagni “oscuri” fornendo informazioni eccessive e confusionarie! Il che rendeva davvero difficile per l’investitore “profano” attuare le scelte giuste sul mercato. Dow e Jones, quindi, davano alle persone la stessa qualità di informazioni che erano disponibili prima solo agli addetti ai lavori. Il Wall Street Journal è diventato rapidamente il giornale finanziario più letto negli Stati Uniti e, di conseguenza, il DJIA è diventato l’indice dominante per tutti coloro che vogliono conoscere in che direzione sta andando il mercato azionario americano.

La Teoria Di Dow

Anche se Dow riteneva che la divulgazione di notizie (fino ad allora sconosciute ai più) da parte di una società fu la chiave per conoscere in quale azienda investire, ha cominciato a notare che i modelli erano in continua evoluzione nelle loro medie di mercato. Le medie sembravano subire diversi tipi di tendenze misurabili, dando così a Dow la speranza che le regole fondamentali del mercato potessero essere individuate da queste tendenze. Egli osservò attentamente le medie e formulò una teoria, ora chiamata teoria di Dow, che utilizzava gli alti e bassi delle medie di mercato per prevedere i movimenti dei titoli in borsa. Purtroppo, Dow non spiegò mai formalmente la sua teoria: divenne nota (e in parte capita!), solo dopo la sua morte nel 1902. Tuttavia, la teoria di Dow (Dow Theory) rappresenta un insieme di definizioni e regole relative al comportamento dei prezzi degli strumenti finanziari sulla quale si basa l’analisi tecnica moderna. Nei suoi primi articoli sul Wall Stree Journal, scrisse una serie di osservazioni sui comportamenti dei mercati finanziari che erano analizzati mediante l’utilizzo di grafici. Si deve quindi a lui e alla sua teoria la nascita e la divulgazione dell’analisi tecnica, oltre che lo sviluppo dei primi indici azionari, tra cui appunto il Dow Jones.

Ad ogni modo, la teoria di Dow di basa su 6 principi:

  1. Il mercato è formato da tre tendenze principali, chiamate trend. Abbiamo il trend primario (nel lungo periodo), secondario (nel medio periodo) e minori (nel breve periodo).
  2. Queste tendenze, a loro volta, si suddividono in tre fasi: accumulo (solo le “mani forti” investono), partecipazione del pubblico (ritorno della fiducia nel mercato) e distribuzione (tutti investono, in un momento di euforia del mercato).
  3. Il mercato azionario deve divulgare ogni tipo di notizia: i prezzi delle azioni devono incorporare e riflettere velocemente tutte le informazioni che le riguardano.
  4. Le medie del mercato azionario devono “confermarsi” a vicenda: questo significa che il trend di un settore dovrà essere confermato anche dall’andamento dei settori a lui collegati.
  5. Le tendenze dovranno essere confermate dal volume: esso, di solito, seguirà i prezzi delle azioni. Se l’andamento sarà caratterizzato anche da forti volumi, allora sarà veritiero.
  6. Le tendenze esisteranno fino a quando dei segnali definitivi dimostreranno che sono terminate: brevi periodi di movimenti in controtendenza non costituiscono inversione di rotta del mercato salvo un persistere degli stessi. (fonte wikipedia).

Conclusioni

Charles Dow, meglio di altri, ha influenzato le fondamenta del moderno mercato finanziario. Mentre il DJIA potrebbe perdere la sua importanza come l’indice più importante in un futuro sempre più globale, l’importanza del contributo del suo creatore non sarà mai toccato dal tempo. Forse, fra i tanti guru della finanza, il nome di Charles Dow è quello meno famoso e ricordato: un vero peccato, se si pensa al notevole contributo dato alla finanza mondiale!

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