ETF dei mercati emergenti: le nuove frontiere ESG

Gli ETF dei mercati emergenti sono fondi indicizzati quotati che si focalizzano sulle azioni dell’economia relativa ai mercati emergenti, come l’America Latina, l’Asia e l’Europa dell’Est. I relativi indici tracciati dagli ETF dei mercati emergenti variano in base ai gestori di fondo, ma dovrebbero essere tutti gestiti passivamente e contenere titoli azionari da diversi paesi, salvo diverse indicazioni. Fra le vaste categorie di ETF dei mercati emergenti, ci sono gestori di fondi che puntano su determinati range di capitalizzazione del mercato, azioni con alti dividendi o fondi con rilevanti stanziamenti in settori specifici. 

ETF dei mercati emergenti: le nuove frontiere ESG

 

I titoli dei mercati emergenti si stanno facendo largo in un numero sempre crescente di portafogli. Molti investitori, specie quelli con un orizzonte temporale più lungo, non si perdono gli alti profitti offerti dalle economie di molti mercati emergenti. Queste nazioni vengono tipicamente identificate con elevati tassi di crescita in settori come quelli relativi alla produzione naturale; molte di queste nazioni infatti, hanno notevoli eccedenze di risorse naturali che vengono fortemente consumate dal mondo intero. 

La percentuale delle spese riguardanti gli ETF dei mercati emergenti potrebbe essere leggermente più alta della media dei fondi interni. I costi del trading tendono ad essere più elevati nel momento in cui si investe direttamente nei mercati azionari locali nelle nazioni dei mercati emergenti.

ETF dei mercati emergenti: le nuove frontiere ESG

Gli investitori che tengono in considerazione gli SRI, ovvero le forme di investimento che, insieme alla ricerca di performance finanziaria, mirano a generare un valore aggiunto sociale e/o ambientale, non devono confinare il loro interesse negli asset statunitensi. Con l’espansione dell’ESG, di cui parleremo fra poco, si estende anche l’opportunità per gli investitori di applicare i princìpi ESG agli investimenti internazionali, mercati emergenti compresi.

ESG: cosa significa questo acronimo?

ESG sta per Enviromental, Social e Governance, tre parole che insieme costituiscono un grande significato di sensibilità sociale. E’ un acronimo usato per definire l’approccio sostenibile agli investimenti.

  • Enviromental – Riguarda l’ambiente e le relative problematiche, come i cambiamenti climatici, le emissioni di biossido di carbonio (CO2), l’inquinamento di aria e acqua, sprechi vari e deforestazione;
  • Social – E’ l’elemento che si riferisce ai diritti umani, alle politiche di genere, ai rapporti con la comunità civile;
  • Governance – Si riferisce alle politiche di retribuzione dei manager, alla composizione del consiglio di amministrazione, alle procedure di controllo e all’applicazione, da parte dei vertici e dell’azienda, delle leggi e della deontologia.

L’importanza del fattore ESG è tale che Morningstar ha deciso di inserire relativi rating in modo da rendere possibile la valutazione di una società in merito all’approccio che ha con le questioni ambientali, sociali e di governance.

Molti mercati emergenti non sono ancora in possesso degli standard ambientali che le controparti sviluppate hanno. Ad esempio, la Cina è il paese più inquinante a livello mondiale. Allo stesso modo, in merito all’elemento Social di ESG, molti paesi sviluppati hanno una situazione dei diritti umani discutibile. Questi ed altri fattori indicano che, in fatto di principi ESG, alcune compagnie dei mercati emergenti sono arretrate rispetto quelle dei paesi sviluppati. D’altro canto, c’è in tal senso un ampio margine di miglioramento.

ETF dei mercati emergenti: le nuove frontiere ESG. Prospettive

Alcuni studi hanno affermato che l’ESG è un’efficiente metodologia di investimento nei mercati emergenti.

MSCI ha affermato:

Investire nei mercati emergenti ha in sé un alto grado di rischio, soprattutto per la minaccia di instabilità ambientale, sociale e politica. Le ricerche finora condotte hanno suggerito che il rischio di eventuali eventi in grado di causare danni catastrofici, potrebbero essere ridotti in un portafoglio di mercati emergenti che ha limitato l’esposizione a questi rischi ESG. I gestori degli asset dei mercati emergenti  che hanno utilizzato le analisi ESG, hanno riscontrato notevoli problemi di informazione; comunque, grazie all’introduzione dei codici stewardship nell’area asiatico-pacifica e all’attenzione alle segnalazioni e alla comunicazione globale, questo sta cambiando.

L’ ESGE è un membro del ”club” degli ETF ESG dei mercati emergenti. ESGE ha un anno e mezzo e ha in gestione circa 150 milioni di dollari in asset, cosa che lo rende uno dei principali ETF ESG fra quelli statunitensi.

Secondo MSCI:

Le compagnie di tabacco e armi non fanno parte dell’indice. I titoli di compagnie coinvolte in gravi controversie relative alla loro attività non possono essere incluse. Altre esclusioni includono quelle compagnie che non hanno un rating IVA o un punteggio ESG. I componenti sono selezionati per massimizzare l’esposizione verso più alti punteggi ESG e IVA, e sono soggetti al mantenimento delle caratteristiche del rischio e del ritorno similari a quelle dell’indice primario.

Una new entry nella vastità di ETF ESG dei mercati emergenti è Nushares ESG Emerging Markets Equity ETF (NUEM), che ha fatto il suo debutto a Giugno. Come la precedente menzionata ESGE, anche NUEM è per lo più situata in Cina, Korea del Sud e Taiwan.

ETF dei mercati emergenti: le nuove frontiere ESG. Paesi

America del Sud

  • Brasile
  • Cile
  • Colombia
  • Messico
  • Perù

Europa, Medio Oriente e Africa

  • Repubblica Ceca
  • Egitto
  • Grecia
  • Ungheria
  • Polonia
  • Qatar
  • Russia
  • Sud Africa
  • Turchia
  • Emirati Arabi

Asia

  • Cina
  • India
  • Indonesia
  • Korea
  • Malesia
  • Pakistan
  • Filippine
  • Taiwan
  • Tailandia

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