MiFID 2: cos’è e cosa ci si deve aspettare

Chiunque faccia parte del mondo della finanza o sia interessato ad essa, ha ormai acquisito familiarità con la parola MiFID 2La MIFID 2, acronimo di Markets in Financial Instruments Directive, è una direttiva emanata dal Parlamento Europeo nel 2004 e recepita in Italia nel Settembre 2007. Costituisce l’elemento sostanziale di una attuata misura revisionistica nell’ambito degli investimenti ed ha come finalità quella di mitigare i rischi finanziari e rafforzare la protezione degli investitori.

MiFID 2

MiFID 2: cos’è?

Per rispondere a questa domanda è necessario fare un salto indietro nel tempo: torniamo infatti al 2004, anno che vide la creazione di questa direttiva finalizzata alla tutela degli investitori e al miglioramento dell’efficienza del mercato finanziario, volendo conseguire l’obiettivo di massima trasparenza fra investitori e intermediari. Dall’anno della sua emanazione da parte del Parlamento Europeo, venne man mano acquisita da diversi paesi. In Italia arrivò nel 2007.
Vennero attuate numerose modifiche alla versione originale per ovviare ai passati disastri bancari (ci stiamo riferendo alla crisi – datata 2006 – dei mutui Subprime americani che arrivò sino alle banche inglesi, tedesche e greche). Nonostante gli aiuti, il pesante deficit si tramutò in Debito Sovrano. Lo squilibrio economico di paesi che più degli altri subirono le conseguenze di questa grave crisi, come Grecia, Spagna e Italia, conseguì in difficoltà economiche nei principali mercati europei. E’ per questo che l’Unione Europea, insieme ad altre iniziative atte a diminuire il Debito Sovrano, creò la nuova direttiva chiamata MiFID 2.

MiFID 2: quando verrà messa in pratica?

Il pacchetto europeo di riforme finanziarie più ambizioso e al contempo controverso verrà avviato il 3 Gennaio 2018.

MiFID 2: perché è stato attuato?

Il MiFID originario costituiva un elemento fondamentale per l’impegno dell’UE di creare un mercato finanziario singolo che potesse competere con il dinamismo e la profondità dei mercati dei capitali americani.

E’ stato voluta prevalentemente per porre fine al monopolio dei mercati azionari e per abbassare i costi generali di trading per gli investitori, contribuendo nel suo piccolo ad una crescita economica.

Il suo avvio nel Novembre 2007 coincise con la crisi finanziaria, e gli anni che seguirono misero in evidenza i punti deboli del MiFID nell’ambito delle azioni.

MiFID 2: novità

Le nuove regole rivestono tutti gli aspetti del trading all’interno dell’Unione Europea, dalle banche, agli investitori istituzionali, brokers e traders ad alta frequenza.

Se un gestore di fondi vuole acquistare qualsiasi cosa che abbia un prodotto quotato nell’UE – come ad esempio l’opzione HSBC ad Hong Kong – rientrerà nella sfera del MiFID, prescindere da dove ha sede il gestore di fondi. Un altro esempio includerebbe un investitore con base in Europa che acquista azioni Apple, visto che il gruppo americano ha una quotazione secondaria in Germania.

Dietro al MiFID si cela il desiderio di spingere il trading dal telefono alle piattaforme elettroniche, dal momento che queste sono meglio regolamentate e tracciate. Questo significa che ci sarà un’ondata di informazioni che dovrebbero essere misurate in petabytes. Le istituzioni dovranno registrare più informazioni nell’immediato, compreso il prezzo e il volume.

MiFID 2: quali sono gli obiettivi?

Per le banche, il MiFID 2 costituisce un insieme di regole molto severe, che le obbliga a diminuire spese generiche e obblighi di commissioni, creando inevitabilmente concorrenza. A subìre per prime le conseguenze in materia di fatturato saranno le banche italiane, le quali dovranno adoperarsi alla ricerca di nuovi canali distributivi di prodotti e servizi, come ad esempio le filiali digitali. In breve, questa direttiva danneggerà le banche e gli intermediari finanziari ma in compenso i risparmiatori potranno sperimentare maggiori tutele e opportunità.

Di seguito, abbiamo sintetizzato gli obiettivi della MiFID 2:

  • Una migliorata trasparenza dei mercati;
  • Un trasferimento del trading verso mercati più strutturati;
  • Costi di mercato più bassi;
  • Un’aumentata esecuzione delle condizioni migliori;
  • Comportamento regolamentato all’interno del trading nel mercato;
  • Costi di trading e investimento più chiari.

MiFID 2: un impatto oltre i confini europei

Le richieste dell’Unione Europea di dettagli personali sui trader stanno già ronzando intorno alle regole sulla privacy in altre parti del mondo, come in Asia.

La nuova regolamentazione sulle indagini dei pagamenti costituisce una significativa sfida per i broker americani. Al di sotto delle regole locali non possono ricevere pagamenti diretti per queste indagini, a meno che non siano regolarmente registrati come consulenti di investimento. Questo significa che in teoria non potranno fornire indagini ai clienti europei, i quali saranno obbligati, a partire dal 2018, ad effettuare dei pagamenti diretti per questo servizio.

La Commissione per i Titoli e gli Scambi, l’autorità di regolamentazione americana, ha il potere di revocare le regole e di consentire ai broker di ricevere pagamenti diretti per le indagini dagli investitori soggetti al MiFID.

MiFID 2 in breve

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