10 Regole Da Seguire Per Investire Efficacemente

Secondo il grande Warren Buffett, una delle migliori strategie per investire efficacemente è basarsi sulle teorie del value investing ideate dal suo mentore Benjamin Graham. Per chi di voi non lo sapesse, oltre che un illustre professore universitario, Graham è stato uno dei più importanti investitori della storia, sia per i risultati ottenuti, sia per il contributo dato alla teoria dell’investimento finanziario. Le teorie di Graham si basavano su uno studio attento dell’impresa e del mercato in cui operava e focalizzavano l’attenzione sia su elementi di tipo quantitativo ed elementi di tipo qualitativo. L’analisi quantitativa prende in considerazione gli aspetti misurabili e misurati della gestione di una azienda e comprende fattori come il valore di mercato corrente, gli utili e i dividendi attuali e passati, gli asset e le esposizioni dell’azienda e altri ancora. L’analisi qualitativa riguarda invece aspetti della vita aziendale più difficili da osservare e interpretare, come la natura dell’attività svolta dall’azienda, le capacità del management e le prospettive future del mercato in cui l’azienda opera. Il concetto è quello di ricercare il valore intrinseco dell’azienda. Graham pensava che questo concetto fosse però “sfuggente”, tanto che al posto di un dato preciso nella pratica utilizzava un intervallo di valori, a volte anche molto ampio. Oggi gli analisti fondamentali si sono impegnati a definire operativamente il valore intrinseco, senza giungere però a una soluzione unica e sempre soddisfacente. Ad ogni modo, secondo Graham le azioni da acquistare erano quelle scambiate a un valore di molto inferiore rispetto al valore intrinseco. Chiamava questa differenza margine di sicurezza. Il titolo andava poi venduto quando il suo prezzo, cresciuto via via, raggiungeva livelli non più giustificati dal valore dell’azienda. Il margine di sicurezza, cioè la differenza tra il valore intrinseco dell’azienda e il prezzo di acquisto del titolo, deve proteggere l’investimento dalle imprevedibili fluttuazioni del mercato e dai possibili errori di valutazione dell’analista, come la resistenza dei ponti è tale da poter fronteggiare anche situazioni molto peggiori di quelle normali. Per scegliere le azioni su cui investire, Graham utilizzava una lista basata su dieci punti da seguire.

  1. Un rapporto E/P (utili/prezzo) che fosse almeno il doppio di quello delle obbligazioni con rating AAA.
  2. Un rapporto P/E (prezzo/utili) minore del 40% del più alto p/e che un titolo del mercato azionario di riferimento avesse raggiunto nei 5 anni precedenti.
  3. Un dividendo che fosse almeno i 2/3 del rendimento di una obbligazione AAA.
  4. Prezzo dell’azione inferiore ai 2/3 del valore di libro (o valore contabile) per azione.
  5. Prezzo dell’azione inferiore ai 2/3 del Valore Netto delle Attività (Net Current Asset Value).
  6. Debiti totali dell’azienda inferiori al valore di libro (o valore contabile).
  7. Current Ratio maggiore di 2 (il CR è un indice del quoziente di liquidità di un’azienda. È il rapporto tra attività correnti e passività correnti di un’impresa. Misura la capacità di un’azienda di far fronte a impegni a breve termine).
  8. Debiti totali minori del doppio del Net Current Asset Value.
  9. Crescita degli utili negli ultimi 10 anni di minimo il 7% composto annuale.
  10. La stabilità di crescita degli utili, nel senso che non sono ammessi più di due flessioni superiori al 5% negli ultimi 10 anni.

Nonostante siano degli ottimi consigli, non sono pochi gli analisti che credono che siano di difficile applicazione nei mercati attuali. Essi consigliano di

  1. Un rapporto E/P (utili/prezzo) che fosse almeno il doppio di quello delle obbligazioni con rating AAA.
  2. Un rapporto P/E (prezzo/utili) minore del 40% del più alto p/e che un titolo del mercato azionario di riferimento avesse raggiunto nei 5 anni precedenti.
  3. Debiti totali dell’azienda inferiori al valore di libro.
  4. Current ratio maggiore di 2.

Ad ogni modo, Graham consigliava di vendere i titoli quando questi avessero raggiunto un livello non più giustificabile dal valore intrinseco dell’azienda. Quindi chi vuol seguire le sue teorie, dovrebbe vendere un titolo quando questo supera il Net Current Asset Value.

 

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