La Tassazione Sui Rendimenti Dei Titoli Esteri
Che chi lo sa e chi fa finta di non saperlo, ma gli investimenti in strumenti finanziari esteri comportano delle conseguenze fiscali. Innanzitutto, bisogna sapere la differenza che esiste tra titoli esteri e titoli denominati in valuta estera. Il titolo estero è uno strumento finanziario emesso da un soggetto residente in uno paese diverso dall’Italia. Quando fu introdotto l’Euro, molti titoli esteri (cioè con emittenti diversi dall’Italia) sono stati denominati nella nostra stessa moneta e questi non comportarono significative differenze fiscali. Essi possono essere acquistati in modo semplice e veloce presso qualsiasi intermediario italiano e spesso vengono quotati in almeno uno dei due mercati obbligazionari del nostro Paese. Al contrario, in Italia troveremo titoli sia esteri che emessi da soggetti italiani ma denominati in valuta estera. All’investitore vengono quindi offerte le seguenti tipologie d’investimento:
- titoli esteri denominati in Euro;
- titoli nazionali denominati in Euro;
- titoli nazionali denominati in una valuta diversa dall’Euro;
- titoli esteri denominati in una valuta diversa dall’Euro.
Le prime due tipologie non sono soggetti a tassazione, perché i proventi verranno tassati direttamente dalla banca (sostituto d’imposta), la quale verserà l’imposta direttamente allo Stato italiano.
Tassazione Valuta Estera
Quando qualcuno decide di investire in titoli denominati in una valuta diversa dall’Euro, avrà il problema della tassazione del guadagno in conto valuta. La questione è molto spinosa e non tutte le banche applicano la normativa allo stesso modo. Generalmente però, se non si dispone di un conto valutario, i controvalori accreditati per capitale ed interessi verranno automaticamente convertiti in euro sulla base del cambio corrente. Questo significa che la rivalutazione del cambio porterà alla determinazione dell’imponibile, insieme con gli interessi e gli altri proventi delle obbligazioni o delle azioni. Se, invece, si ha un conto valutario, ad essere accreditati saranno i controvalori in valuta estera, che saranno eventualmente tassati solo nel momento in cui saranno convertiti in Euro. La normativa fiscale prevede che i guadagni da conversione di conti in valuta vengano tassati con aliquota del 22% solo se il saldo è superiore a 51.6645,69 Euro per almeno 7 giorni lavorativi continui.
Titoli su Conti Esteri
Nel caso di strumenti finanziari detenuti presso banche o intermediari esteri, esiste un adempimento ulteriore che consiste nell’inserimento nel quadro RW del modello unico delle attività finanziarie detenute all’estero e dei trasferimenti di importo superiore a 10.000 Euro. Quindi, per un investitore “normale”, sarà opportuno investire i propri risparmi tramite una banca italiana, perché così essa si accollerà l’onere di calcolare e versare le imposte per nostro conto allo Stato italiano senza altre complicazioni burocratiche.