5 Motivi Per Scegliere Gli ETF Rispetto Ai Fondi Comuni di Investimento

Gli Exchange-Traded Funds (ETF) fecero la loro prima apparizione sulla scena degli investimenti nel 1993, ovvero quando nacque l’SPDR S & P 500 ETF. Da allora, gli ETF su cui è possibile investire oggi sono più di 1.600 (dati Febbraio 2015) e la loro popolarità tra gli investitori è aumentata vertiginosamente. Mentre esistono alcune somiglianze tra ETF e fondi comuni di investimento, vi sono anche importanti differenze che gli investitori devono considerare prima di prendere decisioni di investimento.

5 Motivi Per Investire negli ETF

Una Varietà Sempre Crescente di ETF

I primi ETF introdotti negli anni ’90, erano gestiti passivamente per replicare la performance di un indice particolare, come ad esempio l’S&P 500. Oggi gli investitori possono scegliere diversi prodotti ETF, che comprendono ETF su indici, ETF a reddito fisso, ETF a gestione attiva, ETF azionari, ETF settoriali (ovvero quelli che si concentrano su un particolare settore o regione geografica) e gli ETF a leva.

Ciò significa che sia gli investitori medi con piccoli portafogli di investimento che grandi hedge fund che gestiscono miliardi di dollari, possono trovare diversi ETF e scegliere quelli più adatti a soddisfare i loro obiettivi di investimento.

Prezzi degli ETF

Un ETF può contenere centinaia o addirittura migliaia di titoli, ma le sua negoziazione funziona esattamente come quella di una singola azione. La volatilità del mercato può quindi influenzare il prezzo di mercato di un ETF, che può provocare un trading diverso rispetto al valore del suo net asset value. Il Net Asset Value (NAV, o Valore dell’Attivo Netto) viene calcolato suddividendo il valore di tutti i beni, titoli e liquidità presenti nel portafoglio di fondo per il numero di quote in circolazione.

Al contrario, le azioni di un fondo comune d’investimento sono prezzate al loro NAV solo una volta al giorno (alle 16:00). Il prezzo intraday di un ETF significa che gli investitori possono controllare i tempi dei loro trading, in modo da avere il potenziale di “sovraperformare”. I prezzi intraday possono essere particolarmente importanti per gli investitori a breve termine.

Flessibilità Nella Compravendita di ETF

Gli investitori possono comprare ETF attraverso conti di intermediazione, che consentono loro di sfruttare i diversi tipi di ordini per la compravendita. Ad esempio, un investitore può inserire un ordine limite (limit order), un ordine limit-stop o un ordine di vendita a breve (short sale). Egli può anche acquistare a margine se ha un conto di deposito con la sua società di brokeraggio.

Questa flessibilità per l’acquisto e la vendita, con prezzi intraday, dà all’investitore in ETF la possibilità di sfruttare al massimo gli eventuali ritorni sull’investimento fatto. Molti ETF hanno inoltre opzioni put e call, che gli investitori possono acquistare e vendere a copertura del rischio nei loro portafogli. Gli investitori di fondi comuni non hanno opzioni di acquisto simili quando comprano e vendono quote di fondi. Ogni investitore che acquista quote di un fondo comune in un dato giorno pagherà lo stesso prezzo NAV, calcolato alle 04:00.

Trasparenza

Molti investitori sono spesso preoccupati dal livello di sicurezza del loro portafoglio. Mentre i fondi comuni di investimento riportano report su base mensile o trimestrale, gli ETF offrono comunicazioni quotidiane delle loro partecipazioni in portafoglio, comprese le allocazioni settoriali e geografiche. Gli ETF hanno quindi un livello maggiore di trasparenza, visto anche che tutti questi dati possono essere facilmente reperibili sui siti web finanziari.

Efficienza Del Sistema Fiscale

investire in ETFCome gli altri strumenti di investimento, anche per gli ETF occorre valutarne correttamente il potenziale attraverso lo studio delle regole di tassazione attualmente vigenti. A partire dal 9 aprile 2014 tutte le plusvalenze sono trattate come “reddito di capitale” e le minusvalenze come “reddito diverso”.

Inoltre plusvalenze e minusvalenze sono calcolate sulla differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita dell’ETF. Ciò significa che il valore del NAV dell’ETF non è più rilevante ai fini fiscali.

Qualora la posizione si sia formata sulla base di molteplici acquisti (come può accadere con portafogli composti da vari ETF) il prezzo di acquisto sarà calcolato come “prezzo medio ponderato (prezzi di acquisto realizzati sul mercato) per la quantità“. L’aliquota prevista per le rendite finanziarie è stata innalzata dal 20 al 26%. Anche i proventi ottenuti con gli ETF sono quindi tassati al 26%, ma essendo gli ETF composti da diverse componenti queste saranno tassate sulla base del regime fiscale di riferimento. In poche parole, nel caso in cui un ETF dovesse essere composto per il 40% da Titoli di Stato e per il 60% da azioni, i redditi saranno tassati, rispettivamente per il 40% al 12,5% (la tassazione prevista per i Titoli Stato) e per il 60% al 26%. Anche in ragione di questo aspetto l’investimento in ETF risulta essere particolarmente indicato per piccoli e grandi investitori.

Chi investe in fondi comuni deve invece pagare le tasse sulle plusvalenze nette realizzate dal fatturato all’interno del fondo nel corso dell’anno. Pertanto, gli ETF sono più fiscalmente efficienti rispetto ai fondi comuni di investimento, dal momento che l’investitore può decidere quando vendere, realizzare plusvalenze o minusvalenze offset.

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