Come Capire Se Un’Azione Può Essere Un Buon Investimento a Lungo Termine
Se come il grande Warren Buffet siete dei fan del value investing e avete un’ottica orientata al lungo termine, allora non dovreste preoccuparvi se un titolo crescerà o calerà da un anno a questa parte. Questa analisi non è infatti rilevante per costruire ricchezza in un lasso di tempo così ristretto. Chi attua questa strategia cerca solo acquisire più azioni possibili appartenenti a società solide che hanno una storia di vendite e profitti costanti e coerenti nel tempo. Ma scegliere i titoli più adatti ad attuare con profitto il value investing non è semplice e veloce, soprattutto ad un prezzo che riteniamo attraente. Per questo motivo oggi vi elencherò alcuni “segnali premonitori” che possono farci capire se un’azione rappresenta un ottimo investimento a lungo termine. Anche se teoricamente non sono una garanzia di successo, una società che possiede determinate specifiche rappresenta un buon punto di partenza quando si cerca di individuare quelle che riusciranno a sfornare dividendi costanti per voi negli anni a venire.
Indice
1. Conoscere il Business In Cui Si Investe
Non bisogna sapere come funziona un semiconduttore per investire in un produttore di semiconduttori, ovviamente! Tuttavia, occorrerà capire a che cosa servono e possedere qualche nozione di base sul processo produttivo, ad esempio quelli che riguardano costi e materiali utilizzati. Se vi sono aspetti di un’azienda che non convincono, ad esempio come un settore senza grandi barriere all’ingresso possa realizzare profitti molto superiori al costo del capitale, meglio rinunciare all’investimento. Solitamente, la regola generale (che vale per tutto) è che quando qualcosa sembra troppo bello per essere vero, probabilmente non lo è.
2. Conta il Management, Non Gli Asset
Una qualsiasi azienda è formata da un gruppo di persone che devono perseguire un obiettivo comune, ovvero creare il prodotto migliore al miglior prezzo. Si tratta quindi di cercare la “qualità”, piuttosto che la quantità. Certo, qualsiasi società deve contare su immobilizzazioni, ma queste non hanno nessun valore se non sono gestite nel modo giusto dalle persone giuste. Quando l’investitore capirà questo principio, è evidente che per poter prevedere la performance a lungo termine di una società dovrà innanzitutto valutare la qualità degli uomini che la compongono.
3. I Prodotti o Servizi Della Società Hanno Una Sorta di Vantaggio Competitivo Durevole
La maggior parte delle persone non si preoccupano di quale sia la marca dei chiodi che comprano al negozio di ferramenta o di come un contadino abbia prodotto il grano. Ciò non toglie che vi sia sempre un marchio preferito, soprattutto se in un certo periodo è soggetto a sconto. Nei casi in cui i consumatori siano “fedeli” a un prodotto o servizio, il produttore o fornitore può generalmente aumentarne i prezzi. Questo porta ad un effetto “di feedback” dove le aziende produttrici possono ottenere migliori economie di scala e quindi generare ancora più surplus di flusso di cassa. Questo surplus permette loro di spendere di più per marketing e innovazione che, a sua volta, aumenterà ancor di più la fedeltà al marchio. Si tratta di un circolo virtuoso in grado di produrre un sacco di ricchezza per coloro che sono abbastanza pazienti dall’ignorare i segnali del mercato azionario e pensare di investire in un’ottica di lungo termine. Uno dei problemi principali di questo punto è che gli investitori inesperti spesso confondono una campagna pubblicitaria temporanea con quelle aziende che hanno invece vantaggi competitivi durevoli. Un’impresa acquisisce un vantaggio competitivo quando gode di un margine di vario genere rispetto ai concorrenti nell’attirare gli acquirenti e nell’affrontare le forze competitive. Tutti i percorsi di creazione di un vantaggio competitivo implicano l’offerta agli acquirenti di un valore superiore a quello offerto dagli avversari, traducibile in un prodotto migliore a un prezzo più contenuto, in un prodotto superiore che giustifica un prezzo più alto o in un’offerta estremamente conveniente con un’interessante combinazione di prezzo, qualità, caratteristiche, assistenza ed altri attributi interessanti.
4. Storicamente, La Società Mette Sempre Gli Interessi Degli Azionisti Al Primo Posto
Spesso le aziende sono tentate di espandere la capacità produttiva o addirittura di investire in ambiti che vanno al di là delle loro competenze principali. Un management troppo ambizioso ed egocentrico va guardato sempre con sospetto, in quanto comporta intrinsecamente una minore concentrazione sulle attività caratteristiche dell’azienda, per non parlare delle implicazioni a livello patrimoniale. Queste strategie possono portare benefici a dipendenti, fornitori e banche, ma quasi mai avranno degli effetti positivi sugli azionisti di minoranza.
5. Stato Patrimoniale Solido
Di solito, la maggior parte delle aziende che falliscono hanno attività non adeguatamente finanziate. Uno stato patrimoniale solido, invece, fa sì che le probabilità di fallimento siano molto basse. Per valutare la solidità patrimoniale, oltre a tener conto del passivo, è fondamentale analizzare l’attivo e come viene utilizzato. Ad esempio, se è eccessivo per il tipo di attività svolta o se è messo a rischio con investimenti in strumenti finanziari esotici. Naturalmente, il management dovrà essere in grado di generare liquidità, ma anche di investirla con oculatezza, preservarla da rischi inutili o distribuirla tra gli azionisti. Lo stato patrimoniale è la struttura portante di un’azienda, ma anche la sua “anima”.
6. Non Cercare di Replicare Un Indice
Non c’è cosa più sbagliata che scegliere un investimento per copiare quanto fatto da altri. Questo in genere è quello che si fa quando si tenta di replicare con il proprio portafoglio un determinato indice di riferimento. La ponderazione di una società nell’indice fa capire che cosa è accaduto in passato, ma non quello che succederà in futuro. Inoltre, quasi tutti i benchmark contengono anche investimenti spazzatura che con un po’ di oculatezza possono essere evitati. Per investire con successo occorre imparare a pensare diversamente. A volte per sovraperformare un benchmark è indispensabile discostarsene.
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