– News – Le Borse salutano Draghi e guardano alle previsioni delle imprese
Giovedì l’ultimo comitato monetario del presidente della Bce. Dal mondo reale arrivano le indicazioni delle imprese europee per ottobre e la fiducia delle famiglie americane
di Marzia Redaelli
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I mercati sembrano arrivati a un punto di svolta dopo aver toccato punte di rialzo considerevoli da inizio anno: gli indici azionari e l’umore degli investitori oscillano tra la constatazione di un generale rallentamento economico e le aspettative di una ripresa. Le banche centrali sono tornate in campo e stanno già facendo “tutto ciò che è necessario”, come disse il presidente della Bce Mario Draghi nel 2012 in difesa dell’area euro sotto l’assedio degli speculatori. Ora per ridare ossigeno ai mercati è necessario che si risolvano le tensioni internazionali, guerra dei dazi e Brexit in primis, e che le politiche monetarie accomodanti siano combinate con politiche fiscali adeguate. Soprattutto in Germania, la locomotiva d’Europa, che è entrata in una modesta recessione, ma ha la più potente capacità di spesa dei paesi europei.
Attesa per le indicazioni delle imprese europee
Giovedì 24 inizia la diffusione degli indici europei Ihs Pmi di Markit, che sono frutto di un sondaggio tra le imprese dei settori manifatturiero e dei servizi e dunque vengono considerati indicatori affidabili dell’attività produttiva.
In settembre sono stati i Pmi tedeschi a deludere, perché la manifattura è scesa al livello del 2009, ben sotto la soglia dei 50 punti che delimita una fase di espansione da quella di contrazione (41,7 punti l’indice manifatturiero, 51,4 l’indice dei servizi). Viceversa, i Pmi francesi avevano tenuto (50,1 la manifattura e 51,1 i servizi), grazie all’orientamento più domestico dell’economia transalpina. La prima lettura di ottobre (seguirà poi un dato finale) sarà diffuso anche per i Pmi aggregati dell’area euro, mentre per l’Italia il dettaglio arriverà il 4 novembre.
«Dalla stima flash degli indici Pmi di ottobre – scrive James Pomeroy, global economist di Hsbc – ci aspettiamo che arrivi un po’ di sollievo, alla luce delle speranze per un accordo tra Cina e Stati Uniti e per una soluzione della Brexit. Dunque, prevediamo un Pmi manifatturiero tedesco a 42,5 punti e un miglioramento marginale dei servizi a 51,5 punti».
È vero che la forbice tra dati reali (hard data) e sondaggi si è allargata e che i secondi incorporano una buona dose di pessimismo. Ma la forbice potrebbe chiudersi: «In aggregato – afferma Giuseppe Sersale di Anthilia Capital Partners – i mercati sembrano alquanto impreparati a un eventuale rimbalzo congiunturale, anche modesto. Certo, il consenso degli investitori potrebbe essere nel giusto, e il deterioramento macro potrebbe continuare. Però ritengo più probabile una stabilizzazione, perchè negli ultimi mesi ci sono stati molti stimoli monetari a livello globale (una serie di tagli dei tassi da parte di diverse banche centrali seguita dalla ripresa dei programmi di acquisto alla Banca centrale europea e alla Federal Reserve). Per quanto scetticismo possa circolare sulla residua efficacia delle politiche monetarie, negargli qualunque effetto mi sembra azzardato».