– News – Borse, i catalizzatori in agenda. Tutti gli occhi sulla manovra italiana
● Industria di Chicago e guerra dei dazi: la National Association of Purchasing Management (Napm) di Chicago pubblica l’indice di settembre frutto del sondaggio presso i direttori degli acquisti delle aziende dell’Illinois, il più grande stato esportatore del Midwest americano e il quinto negli Stati Uniti. Ad agosto il Chicago Pmi era a 50,4 punti, appena sopra la soglia dei 50 punti che divide la zona di espansione da quella di contrazione. L’impatto delle barriere doganali e della diminuzione della domanda per timore dei dazi è un fattore critico per l’attività industriale dell’area e per i fatturati delle aziende quotate a New York.
Martedì 1 ottobre, test manifattura
● La manifattura è il comparto senz’altro più sotto pressione per via del rallentamento economico e dei freni sugli investimenti e sui consumi innescati dalla guerra commerciale. Martedì è la giornata delle stime finali sulla manifattura in diverse aree: Area euro, Stati Uniti, Giappone. Nella scorsa rilevazione, la gran parte degli indici segnalava contrazione. É così per la manifattura Usa, per quella tedesca e per quella dell’intera area euro, che nella prima lettura segnavano, rispettivamente, 49,1 punti, 41,4 e 45,6. Diverso è il sistema di misurazione dell’indice Tankan giapponese, che è calcolato sottraendo la percentuale delle risposte pessimiste a quelle pessimiste sul futuro dell’economia e ha frequenza trimestrale: a giugno era a 7 punti per le grandi aziende manifatturiere e a 23 punti per quelle non manifatturiere. Anche il prossimo dato, però, non tiene ancora conto dell’accordo tra Donald Trump (presidente Usa) e Shinzo Abe (primo ministro giapponese) per la rimozione delle tariffe sull’importazione delle merci agricole americane e sulle auto giapponesi. Una bella notizia, per l’industria nipponica, che tuttavia la borsa di Tokyo non ha ancora digerito e, a dispetto del calo dello yen dai massimi dell’anno, nelle ultime sessioni è rimasta al palo. Viceversa, New York è più tonica che mai, l’S&P500 balla intorno ai tremila punti e guadagna il 19% da gennaio.
Mercoledì 2 ottobre, anteprima dell’occupazione Usa
● Non ci si aspettano grandi sorprese dalle stime sull’occupazione americana fornite da Adp. Almeno non da mutare il corso della borsa. Il mercato del lavoro Usa, infatti, è a pieno regime e solo un incremento vistoso dei salari potrebbe scuotere gli investitori, perché farebbe pensare a un aumento dell’inflazione, a uno stop del taglio dei tassi di interesse, insomma a condizioni finanziarie meno favorevoli per chi investe e si indebita, ma migliori prospettive di consumo e di crescita. Ad agosto Adp aveva previsto 195mila occupati, ma Thomson Reuters si attende un calo a 140mila.
[ad_2]
Approfondisci dalla risorsa…