– News – Caso Bio-On, dai record agli arresti: il bluff travolge i piccoli risparmiatori
(Teleborsa) – Da regina dell’Aim, il mercato di Borsa italiana dedicato alle piccole e medie imprese – su cui aveva superato il miliardo di valore, un quinto dell’intero listino Aim – ai sequestri della Guardia di Finanza che, nei giorni scorsi, hanno letteralmente travolto la società di bioplastiche Bio-on, azzerandone i vertici societari a seguito dell’inchiesta della Procura di Bologna con l’accusa di false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato. Una parabola vertiginosa quella di Bio-On, Gruppo bolognese nato nel 2007, che voleva rivoluzionare il mondo della produzione delle bioplastiche attraverso l’uso del polimero PHA (polidrossialcanoati).
“Abbiamo in mano un prodotto che tutti, in questo momento, vogliono avere”. A parlare così, fino a poco tempo fa, era Marco Astorri, Presidente e Fondatore di Bio-on, ora agli arresti domiciliari.
Cinque anni fa lo sbarco in Borsa – Il 24 ottobre 2014 il gruppo si quota sull’Aim di Piazza Affari fino a diventare lo scorso anno una società che vale oltre 1 miliardo, che nel gergo delle start-up si chiama un ‘Unicorno’. I rialzi la spingono fino a valere 1 miliardo e 69 milioni e l’ex start-up bolognese vede entrare nell’azionariato anche giganti della finanza, con quote non alte.
Il report di Quintessential e il crollo – Siamo nel mese di luglio quando il fondo americano Quintessential Capital Management pubblica un report dal titolo tutt’altro che cristallino. Anzi, fin troppo esplicito. “Bio-On: una Parmalat a Bologna?” 25 pagine di analisi che mettono sotto tiro contabilità, modello produttivo, fondatezza della tecnologia alla base. Ed è qui che il meccanismo si inceppa e qualcosa inizia a scricchiolare con il titolo dell’azienda bolognese che crolla del 70%. Nel frattempo, su società e titolo si accendono i riflettori della Procura di Bologna e anche della Consob. Una caduta libera che culmina nell’operazione ‘Plastic Bubbles’: al via misure cautelari e l’accusa di falso in bilancio e di manipolazione del mercato, oltre a un maxisequestro milionario.
Borsa Italiana, intanto, ha reso noto che i titoli di Bio-on “sono sospesi a tempo indeterminato dalle negoziazioni”.
Sullo sfondo, un altro “colpo di scena” che si era consumato poche ore prima, come ci ha raccontato il giornalista emiliano Pierluigi Ghiggini che si è ampiamente occupato della vicenda: “Lo Studio Baldi Finance, una propaggine dello Studio Baldi & Partners di Reggio Emilia, sarebbe dovuto subentrare come Nomad Bio-On a partire dal prossimo 29 ottobre. Bio-On aveva annunciato l’accordo con Baldi Finance – pronto a prendere il posto dell’attuale Nomad EnVent Capital Markets – proprio il giorno prima dell’inchiesta giudiziaria cui sono seguiti arresti e sequestri. Baldi Finance ha rinunciato, quindi in questo momento, l’azienda ha di fatto il Nomad vecchio che cessa il 29 ottobre, e l’assenza di Nomad comporta di per sè la sospensione automatica della quotazione in Borsa”.
Nel frattempo, è partito il dibattito sulle regole del mercato AIM mentre monta la preoccupazione dei piccoli azionisti già pronti a costituirsi parte civile con il Codacons che scende in campo per tutelarli.
PICCOLI RISPARMIATORI TRAVOLTI DAL CROLLO “DELL’UNICORNO” – Ammonta almeno a 400 milioni di euro, infatti, la perdita subìta dai piccoli risparmiatori che dal 2014 hanno investito nell’azienda, sedotti e amaramente abbandonati da quella che il Gip di Bologna, nell’ordinanza con cui ha disposto i domiciliari nei confronti di Astorri, ha definito comunicazione “roboante, ammiccante e ottimisticamente proiettata verso obiettivi sempre più significativi” a cui non corrispondevano però veri ricavi.
Come sottolineato da IlSole24Ore, con riferimento ai dati Bloomberg, è piuttosto lungo l’elenco di investitori istituzionali che hanno puntato su Bio-On. C’è da dire, con quote non alte e molti dei quali che avevano iniziato a sfoltire la loro quota di azioni prima della scorsa estate. Tra quelli che hanno scommesso di più, la Norges bank, banca centrale norvegese (432mila azioni a fine 2018). Tra chi ha venduto di più nell’ultimo periodo, invece, Blackrock. Si sono sfilati in tempo anche i Pir (piani individuali di risparmio).
Tradotto: il crollo dell’unicorno Bio-On ha di fatto investito e travolto i piccoli risparmiatori, come spesso accade.
E qui si apre un altro capitolo di una riflessione più generale.
“Manca, da un lato, una educazione finanziaria di fondo e dall’altro, disponibilità di informazioni esaurienti – prosegue Pierluigi Ghiggini – e così il piccolo investitore, la persona che decide di metter mano a un pezzo del suo risparmio piccolo o grande, accumulato magari in anni di sacrifici, deve comprendere che avvicinarsi alla Borsa è un affaire serissimo. Per questo occorre essere muniti di grande senso di responsabilità che necessità però di un pacchetto di informazioni credibili, comprensibili e trasparenti. Chi investe ha il diritto di essere informato adeguatamente e, al contempo, il dovere di informarsi”.