– News – Come finirà la guerra dei dazi? Tre scenari possibili sui mercati

la partita chiave tra usa e cina

Intesa piena, accordo parziale o guerra commerciale? Ecco le tre possibili evoluzioni della partita sui dazi secondo Allianz GI. Quanto sono probabili e come i mercati potrebbero reagire?

di Andrea Franceschi

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3′ di lettura

In questi giorni in cui tiene banco la telenovela Brexit la guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina sembra esser passata in secondo piano. Eppure, nonostante la recente intesa raggiunta tra le parti per rinviare l’entrata in vigore delle nuove tariffe, la guerra commerciale rappresenta il fattore di rischio numero uno per gli investitori e un “market mover” destinato a influenzare ancora a lungo l’andamento degli indici. Ma quali sono le possibili evoluzioni della partita e quali le implicazioni sui mercati da mettere in conto? Nell’outlook 2020 pubblicato ieri da Allianz Global Investors si ipotizzano tre possibili scenari. Ecco quali sono, quanto sono probabili e quale impatto sui mercati sono destinati ad avere.

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1) Intesa Usa-Cina e dazi revocati
Quello che in gergo viene definito “best-case scenario”, ossia la miglior evoluzione possibile della controversia, prevede che Usa e Cina raggiungano un accordo che preveda la revoca delle tariffe introdotte in questi anni. Una tale evoluzione avrebbe un impatto positivo sulla crescita negli Stati Uniti che dovrebbe archiviare l’anno con un +2,4 per cento. In Borsa c’è da aspettarsi un calo della volatilità e un consolidamento delle performance da inizio anno con un potenziale soprattutto per i settori “ciclici”. Sul mercato dei titoli di Stato c’è da aspettarsi un irripidimento della curva dei rendimenti perché gli investitori, in un contesto di maggiore propensione al rischio, dovrebbero vendere i bond governativi a lunga scadenza. Uno scenario del genere insomma sarebbe positivo per l’economia e i mercati ma secondo Allianz GI le probabilità che si concretizzi sono basse: appena il 15 per cento.

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2) Accordo parziale
Decisamente più plausibile (45%) secondo l’asset manager lo scenario di un’intesa parziale che preveda un ribilanciamento parziale degli scambi commerciali e la revoca di parte delle tariffe introdotte e di quelle minacciate. L’impatto sui mercati di un simile scenario sarebbe inizialmente positivo con un calo della volatilità e un rally del mercato azionario. È probabile tuttavia che una simile reazione finisca per essere di breve durata e che, sui mercati, finisca col prevalere un atteggiamento prudente che, sul fronte obbligazionario, dovrebbe favorire un calo dei rendimenti a lungo termine e su quello azionario i settori più difensivi. Questo perché un simile esito non chiuderebbe completamente la partita e le parti potrebbero sempre decidere di riaprire le ostilità qualora si sentissero minacciate o lo ritengano conveniente. Gli investitori si troverebbero insomma a convivere in un contesto di permanente ostilità tra le due superpotenze. Di fatto una sorta di “nuova normalità” con cui imparare a convivere. Quello della una guerra commerciale perenne (sebbene a bassa intensità) è peraltro lo scenario considerato più probabile anche secondo la maggioranza dei gestori che hanno partecipato all’ultimo sondaggio di Bank of America Merrill Lynch.

3) Escalation verso la guerra commerciale
Ma se Usa e Cina non trovano un’intesa, neppure parziale, che succede? A quel punto la strada è quella che porta alla guerra commerciale con l’entrata in vigore di dazi e contro-dazi. A quel punto le ripercussioni sull’economia americana sono destinate ad intensificarsi con un impatto stimato sul Pil 2019 dello 0,7% e inevitabile taglio dei tassi Fed. Un simile scenario, che i gestori di Allianz GI prezzano al 40%, dovrebbe avere ripercussioni positive sul segmento dei titoli di Stato Usa che tornerebbero ad essere gettonati in quanto beni rifugio. Sull’azionario invece impatto negativo perchè il mercato inizierebbe a prezzare un effetto sugli utili aziendali. Effetti negativi sono da mettere in contro anche sul mercato dei bond societari mentre la volatilità è destinata a rimanere alta ancora a lungo.

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