Trading Online: Le Nuove Norme ESMA
L’ESMA (acronimo di European Securities and Markets Authority) ha di recente adottato alcune misure relative ai CFD e alle opzioni binarie per tutti gli investitori privati dell’Unione Europea (UE). Nel corso di questo articolo, esporremo nel dettaglio i punti principali di questo nuovo regolamento, e vedremo in cosa consistono queste nuove misure, guidate unicamente dal desiderio di proteggere i piccoli investitori, e che conseguenze avranno.
Indice
ESMA: Cos’è?
L’ESMA è un’istituzione di vigilanza indipendente dell’Unione Europea, che ha il compito di proteggere gli investitori attuando una costante promozione di stabilità finanziaria e assicurandosi che i mercati funzionino in maniera corretta.
Trading Online: Le Nuove Norme ESMA
L’ESMA ha ritenuto necessaria l’introduzione delle nuove misure a fronte di una giustificata preoccupazione verso gli investitori privati per quanto concerne le opzioni binarie e i CFD. Nello specifico, sul ”tavolo degli imputati” sono finiti questi due strumenti finanziari per via della loro complessità e della loro scarsa trasparenza. L’eccessiva leva dei CFD insieme ai rendimenti negativi, ai conflitti di interesse fra broker e clienti e la disparità fra i rendimenti previsti e il rischio di perdite delle opzioni binarie sono tutti fattori che hanno reso necessario l’intervento dell’ESMA.
Da alcuni studi effettuati sul trading CFD fra diverse giurisdizioni europee, è venuto fuori che il 74-89% dei conti privati, in genere perdono denaro sui loro investimenti, con una media di perdite per ciascun investitore che va dai €1,600 ai €29,000. Gli stessi studi sono stati incentrati anche sulle opzioni binarie e anche per questo strumento finanziario sono state riscontrate consistenti perdite nei conti degli investitori privati.
Steven Maijoor, Presidente dell’Ente, si è espresso così:
I provvedimenti che l’ESMA ha annunciato garantiranno una maggiore protezione per gli investitori privati europei, assicurando loro un livello minimo comune di protezione. Le nuove misure sui CFD saranno in grado di assicurare agli investitori, per la prima volta, di non perdere una cifra superiore a quella investita, restringendo l’uso della leva finanziaria e segnalando il rischio. Per quanto riguarda le opzioni binarie, il divieto annunciato è giustificato dalla necessità di proteggere gli investitori dalle caratteristiche di questo tipo di strumento finanziario.
Le promesse di un rendimento elevato delle piattaforme trading in un contesto in cui i tassi di interesse sono ai minimi storici, hanno creato un’offerta che ha allettato gli investitori privati. Tuttavia, l’intrinseca complessità dei prodotti finanziari e la loro leva eccessiva – nel caso dei CFD – hanno conseguito in perdite consistenti per gli investitori.
Trading online: le nuove norme ESMA relative ai CFD
CFD: Cosa sono e come funzionano?
I CFD sono particolari contratti mediante i quali viene scambiata la differenza di valore di un certo titolo o sottostante, maturata tra il momento di sottoscrizione di un contratto e la chiusura dello stesso.
Fare trading con i CFD permette di guadagnare sia da un mercato in rialzo che da uno in ribasso. Se il trader crede che il prezzo di un titolo sia destinato a salire, potrà aprire una posizione di acquisto (chiamata anche “long”). Se al contrario crede che il prezzo sia destinato a scendere, potrà aprire invece una posizione di vendita (chiamata anche “short“).
A differenza delle azioni, i CFD non presuppongo l’acquisto di quote di una società. Ciò significa quindi che i contratti per differenza non hanno tutti i costi e le pratiche che caratterizzano il tradizionale investimento azionario, come le imposte di bollo o i costi relativi alla gestione.
Fare trading con i CFD presenta alcuni interessanti vantaggi. Innanzitutto, come abbiamo accennato nel paragrafo precedente, presentano dei costi e pratiche burocratiche inferiori rispetto al tradizionale investimento azionario. Ad esempio, non si devono detenere titoli cartacei depositati in banca e negoziabili soltanto dietro consultazione e richieste all’istituto.
I CFD possono essere negoziati con pochi clic dal proprio computer di casa e le posizioni possono chiuse nel giro di pochi minuti (o addirittura secondi). I trader più reattivi potranno approfittare anche di rialzi della durata di pochi minuti, per poi chiudere la posizione e realizzare un profitto.
La leva finanziaria rappresenta il rapporto tra ciò che il trader spende e quello che negozia. Ad esempio, se la leva è 1:50 significa che per 1 Euro si negozieranno titoli per un valore di 50 Euro.
CFD: le nuove norme ESMA
Dal documento ufficiale consultabile al seguente indirizzo:
Le misure ESMA relative ai CFD comprendono:
- Limitazioni sulla leva finanziaria da 30:1 a 2:1, che variano in base alla volatilità dei sottostanti:- 30:1 per le coppie valutarie principali;
– 20:1 per le coppie valutarie ”secondarie”, oro e indici principali;
– 10:1 per altre materie prime differenti dall’oro e indici azionari ”secondari”;
– 5:1 per titoli individuali e altri valori di riferimento;
– 2:1 per le criptovalute; - Chiusura delle posizioni aperte (margin close out) per ogni conto. Questo normalizzerà la percentuale del margine (al 50% del margine minimo iniziale richiesto);
- Protezione del bilancio negativo per ogni conto. Questo fornirà un limite generale garantito delle perdite degli investitori privati;
- Una restrizione degli incentivi offerti dal trading CFD;
- Una segnalazione del rischio, che comprende la percentuale delle perdite di un conto CFD di un investitore privato.
Trading online: le nuove norme ESMA relative alle opzioni binarie
Cosa sono le opzioni binarie?
Sono un particolare tipo di opzioni finanziarie la cui caratteristica principale è che possono avere solo due esiti possibili (per questo motivo chiamate “binarie”). I due risultati delle opzioni binarie sono sempre opposti, in modo tale da non verificarsi mai contemporaneamente. Le opzioni binarie sono prodotti finanziari derivati che vengono utilizzati dai trader per speculare sui mercati finanziari. In questo caso, il termine “speculazione” non ha un significato illegale, ma fa piuttosto riferimento all’ottenimento di un guadagno sulla discesa o sulla salita dei prezzi di un asset, come ad esempio una materia prima, un indice, una valuta, un’obbligazione o un’azione, a prescindere dal valore dell’asset stesso.
La differenza sostanziale tra le opzioni binarie ed il trading tradizionale è che nella prima il trader non guadagna in modo direttamente proporzionale al movimento di prezzo del bene su cui ha investito, ma guadagna invece una percentuale fissa, che si aggira attorno al 75-85%, indipendentemente dal movimento del prezzo del bene scelto. Ma il concetto alla base del trading è che esso si basa sull’andamento di prezzo di certi asset. E questo significa che le varie oscillazioni di mercato sono un fattore molto altalenante, e, di conseguenza, rischioso. Quindi, ci saranno volte in cui il trader effettuerà una previsione corretta, e altre, invece, una previsione totalmente inesatta. Tutto questo non avviene “per caso”, ma dietro ogni operazione sarà sempre necessario uno studio approfondito dell’andamento, dei meccanismi, e delle dinamiche di mercato, inerenti ovviamente a quel determinato asset.
Opzioni binarie: il divieto dell’ESMA
Il rischio inerente alle opzioni binarie, come quello relativo ai rendimenti negativi e agli ingestibili conflitti di interesse è alla base della decisione dell’ESMA di vietarle, restando così in linea con il loro principale intento di proteggere gli investitori privati. Le opzioni binarie hanno in sé dei rischi innegabilmente alti, tali da renderle paragonabili ad un vero e proprio gioco d’azzardo, che racchiude in sé tutte le ”carte in regola” per far perdere allo sfortunato investitore più di quanto avesse inizialmente investito.
Il conflitto di interesse fra fornitore e investitori, che è fra le basi che hanno motivato la decisione dell’ESMA di bandire le opzioni binarie, è visto come potenzialmente rischioso perché con questo strumento finanziario, il broker riveste la figura di negoziatore in proprio anziché di semplice intermediario (cosa che avviene nei mercati regolamentati). In virtù di questo potere in più che il broker acquisisce, il rischio che egli possa aumentare i prezzi per fare i propri interessi a discapito dell’investitore è molto alto. Questo, va da sé che causerebbe all’investitore ingenti perdite.
Trading online: le nuove norme ESMA – Reazioni e conseguenze
La reazione dei broker dopo l’introduzione delle nuove normative non si è fatta attendere. Del resto, la cosa non suscita alcuno stupore dal momento che queste norme avranno un notevole impatto sul loro operato. Per quanto la nuova regolamentazione sia stata accolta univocamente in maniera positiva, altrettanto univocamente si è registrato il sentimento comune che ritiene la decisione dell’ESMA troppo severa. Inoltre, mentre il divieto di utilizzare lo strumento finanziario delle opzioni binarie sia stato quasi totalmente condiviso dagli operatori del trading online, quello di ridurre in maniera così drastica la leva finanziaria ha goduto di minor condivisione da parte dei broker, che addirittura sostengono che una leva inferiore a 50 potrebbe conseguire in un risultato opposto rispetto a quello auspicato. Quello che più si teme è un esodo verso paesi extraEU meno regolamentati.
E’ mia impressione che la normativa non sempre viene rispettata. Credo che sia il broker a guidare le operazioni. Quasi mai vengono comunicate le spese relative alle commissioni, soprattutto quelle relative al rollover. Queste ultime, soprattutto in alcuni settori, sono pari al 1/4 % al giorno. Ad operare nel trading on line ci sono pochi clienti professionisti la maggior parte ha scarsa conoscenza. Si accingono ad operare perchè quotidianamente vengono contattati da soggetti che chiamano dall’estero i quali promettono lauti guadagni con soli 250 euro. Dopo aver aperto il conto il cliente si accorge che la situazione è molto diversa, che occorrono altri depositi. Ritengo che per frenare l’emorragia di denaro che dall’Italia va verso i paradisi fiscali (circa il 90 % dei correntisti ha un saldo negativo) bisognerebbe quanto meno vietare le chiamate da parte dei broker che invogliano ad aprire il conto online. A mio modesto parere è contro la normativa vigente perchè non si possono invogliare i risparmiatori a investire, soprattutto con promesse non realistiche