8 Ragioni Per Non Investire Nel Dinaro Iracheno
Il Dinaro iracheno è la valuta ufficiale dell’Iraq. Anche se molti forex traders “snobbano” tale moneta, il dinaro iracheno (IQD) continua ad attrarre un numero considerevole di investitori: negli anni, infatti, tale valuta ha fruttato anche 1.000 volte l’investimento fatto, anche grazie al fatto che l’Iraq detiene le seconde più grandi riserve di petrolio al mondo. Ma non è tutto oro quello che luccica! Prima di addentrarci nell’argomento, facciamo un pò di storia.
Il Dinaro o dinar fu introdotto nel 1932 dalla Gran Bretagna in sostituzione della rupia indiana, che veniva usata come valuta in Iraq dall’occupazione britannica del paese durante la prima guerra mondiale.
La valuta aveva un rapporto fisso alla pari con la sterlina britannica fino al 1959 quando, senza cambiare valore, passò ad un rapporto fisso con il dollaro statunitense con un tasso di cambio di 1 dinaro = $ 2,8.
Per evitare di seguire la svalutazione della valuta americana nel 1971 e 1973, il dinaro salì ad un tasso di cambio di 1 dinaro = $ 3,3778. In seguito la svalutazione del 5% ridusse il valore del dinaro a US$3,2169, tasso che rimase invariato fino alla guerra del Golfo, anche se nel mercato nero alla fine del 1989 dava un tasso di cambio di sei volte maggiore (1,86 dinari per 1 dollaro US) del tasso ufficiale. Nel 1991, quando finì la guerra del Golfo, a causa del blocco economico imposto la tecnologia svizzera di stampa della banconote non fu più disponibile. Fu quindi emessa una nuova serie di banconote (di qualità più scadente) chiamata Swiss Dinar, che continuò a circolare nella regione curda dell’Iraq. Ma a causa dell’eccessiva quantità di banconote stampate, il dinaro si svalutò rapidamente e alla fine del 1995, un dollaro americano valeva ben 3000 dinari.
Dopo la caduta del regime di Saddam Hussein, nel 2003, le banconote continuarono ad essere stampate in attesa dell’introduzione di una nuova moneta. Tra il 15 ottobre 2003 ed il 15 gennaio 2004 le forze delle Coalizione multinazionale in Iraq emisero le monete e le banconote del nuovo dinaro. Le banconote furono stampate dalla ditta De La Rue, con moderne tecniche anti-falsificazione, per “creare una singola valuta unificata che venga usata attraverso tutto l’Iraq e che renda la moneta più conveniente ad essere usata nella vita di ogni giorno della popolazione”.
Le vecchie banconote furono cambiate con un tasso alla pari eccetto gli Swiss dinar, che furono scambiati con un tasso di 150 nuovi dinari per uno Swiss Dinar. Anche se il valore del dinaro è salito dopo l’introduzione delle nuove banconote da 4000 dinari per dollaro, che avevano al momento dell’introduzione, ad un tasso di 980 dinari per dollaro, ora è in corso un programma del Fondo monetario internazionale per portare il cambio a 1230 dinari per dollaro.
A Luglio 2014, il dinaro iracheno viene scambiato a 1.200 per dollaro USA. Ma quali sono effettivamente le reali probabilità di rivalutazione della moneta irachena? Ad oggi, le stesse di vincere al SuperEnalotto! Il problema è che negli anni il dinaro ha attirato su di se il mito di investimento sicuro e redditizio, ma esistono alcuni fattori da tenere presente che ci dicono purtroppo il contrario! Vediamo quali sono.
Indice
8 Ragioni Per Non Investire Nel Dinaro Iracheno
1. L’Iraq Sta “Cadendo A Pezzi”
A metà del 2014, l’Iraq sta affrontando una delle crisi più gravi della sua storia, cioè quando una rapida offensiva da militanti musulmani sunniti minaccia di portare il caos all’interno del paese. A partire da luglio 2014, questi militanti controllano gran parte del nord dell’Iraq, mentre le forze curde hanno preso il controllo dei giacimenti di petrolio intorno a Kirkuk. In pratica, il governo iracheno oggi ha effettivamente il controllo della sola capitale Baghdad e del sud del paese. E quando stessa sopravvivenza del paese è in gioco, la rivalutazione monetaria è molto improbabile che sia fra le priorità all’ordine del giorno!
2. L’Economia è In Difficoltà
L’economia irachena era in netta crescita fino a quando l’assalto da parte dello Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (ISIS) nel 2014 minacciò di riportare il paese “al Medioevo”. Nel 2012, l’Iraq è diventato il secondo più grande produttore di petrolio dell’OPEC; nella primavera del 2014, la produzione dell’oro nero nel Paese ha raggiunto il punto massimo in 35 anni, raggiungendo l’incredibile cifra di 3,2 milioni di barili al giorno. Mentre la maggior parte della produzione di petrolio e di esportazione strutture irachene sono situate nel sud del paese e quindi abbastanza lontano dalla zona di conflitto tra l’ISIS e le forze irachene, esistono delle importanti risorse anche in aree controllate dall’ISIS e dalle forze curde, che quindi non possono essere sfruttate dal governo in carica.
3. Il Dinaro Non Viene Scambiato Sui Mercati Forex Globali
Il valore del dinaro è attualmente impostato attraverso un processo d’asta da parte della Banca centrale irachena. E visto che il dinaro non viene negoziato sui mercati forex globali, il suo valore è impostato “per editto” del governo…..piuttosto che dalla domanda e dall’offerta, come lo è per le altre valute liberamente negoziate. Questo purtroppo significa anche che i cosiddetti “concessionari” del dinaro possono caricare qualsiasi tasso desiderano a danno degli ignari investitori.
4. I Dinari Iracheni Possono Essere Convertiti Solo in Iraq
Visto che i dinari iracheni non vengono negoziati sui mercati forex globali, essi non possono essere convertiti ovunque. Tranne che in Iraq, ovviamente.
5. Possibilità di Truffe
Diversi paesi al mondo (soprattutto gli Stati Uniti), hanno messo in guardia i traders sulle possibili truffe perpetuate con il dinaro iracheno. Il Department of Financial Institutions (DFI) dello stato di Washington ha avvertito su potenziali truffe con il dinaro, in quanto un certo numero di broker online offrono la possibilità di trading con dinaro iracheno senza averne titolo o licenze governative per farlo!
6. Grande Quantità di Moneta in Circolazione
Ad un tasso di cambio di 1200 dinari iracheni per 1 dollaro USA, è evidente che esiste una grande quantità di valuta irachena già in circolazione. Troppa!
7. Differenziali di Inflazione
Il tasso di inflazione in Iraq è diminuito da un tasso annuo del 4% nei primi mesi del 2014 a poco più del 2% a metà dell’anno. Questo può non sembrare un tasso eccessivamente elevato, ma è superiore al tasso di inflazione nella maggior parte delle economie avanzate. Nella storia dell’economia esiste una “moda” che prosegue ininterrotta anche nel corso dell’attuale crisi economica e finanziaria globale dove, dietro lo slogan di “guerre delle valute”, si nasconde proprio il tentativo di alcuni Paesi di abbassare il valore della propria divisa in modo tale da risultare più competitivi all’estero, esportare di più e quindi smuovere il Pil. La moneta la si svaluta in vari modi: la tecnica più gettonata al momento è quella di stamparla a getto continuo!
8. Alta Probabilità di Svalutazione
A seguito di alcuni dei fattori di cui sopra, è probabile che in Iraq sia in atto una svalutazione piuttosto che una rivalutazione monetaria.