Investire in azioni Facebook

Giorni fa, alle 9:30 ora di New York (le 15:30 in Italia), Facebook ha fatto il suo debutto a Wall Street. Si tratta di una novità assoluta per il colosso dei social networks. Comunque, il fondatore di Facebook ha qualche motivo concreto per essere preoccupato da questa nuova avventura. Quando si sparse la voce del prezzo di partenza dell’IPO di Facebook, cioè il prezzo con il quale saranno collocate le azioni all’apertura del mercato, fu fissato a 38 dollari per azione, che rappresenta una delle valutazioni più alte di sempre! Questo ha significato che alla chiusura di Wall Street, Facebook era valutata intorno a cento miliardi di dollari! Ma, una volta collocate sul mercato, le azioni potrebbero arrivare a qualsiasi prezzo perché rispondono alle normali leggi della domanda e dell’offerta. A che punto sia la domanda di azioni Facebook lo spiega un famosa citazione del Financial Times. “A Palo Alto, California, circa una settimana prima, due fratelli di 27 e 25 anni, cercarono di fare irruzione nel Roadshow di Zuckerberg. Volevano assolutamente partecipare all’IPO con il milione e ottocentomila dollari del fondo della loro famiglia!” I ragazzi si giustificarono dicendo che “Facebook è una necessità, come l’acqua“! “La domanda è fuori di testa. Puoi scrivere che Facebook è la peggiore compagnia del mondo e i tuoi clienti vorranno comunque le sue azioni“, ha commentato un trader al Financial Times. Quindi, con tutta questa frenesia, gli esperti si aspettano che le azioni di Facebook possano arrivare molto in alto: addirittura oltre i 50 dollari per azione! Questo non sarebbe necessariamente un bene. Se, per esempio, le azioni salissero tanto da far valere Facebook più di cento miliardi di dollari, per molti investitori non sarebbe più conveniente tenerle nel proprio portafoglio. Un famoso trader ha commentato sempre sul Financial Times: “Per essere un buon investimento per qualcuno che vuole tenere le azioni nel portafoglio, il mercato di Facebook dovrebbe raddoppiare in sei anni. Al momento l’azienda non ha il passo necessario a dare questo tipo di risultati”. Come ben sappiamo, le azioni possono far guadagnare in due modi. Si possono comprare a un prezzo e rivenderle successivamente a un prezzo più alto. Oppure si possono tenere nel portafoglio e aspettare i dividendi che spettano agli azionisti. Quindi, più un’azione sarà costosa più ci si aspetterà che i dividendi siano alti. La preoccupazione di molti, è che Facebook possa fare la fine di Zynga o di Groupon, che il primo giorno di quotazione videro schizzare il valore delle loro azioni per poi precipitare non appena gli investitori si resero conto che i dividendi erano troppo bassi per remunerare il capitale investito e, di conseguenza, cominciarono a vendere. Questo comportamento che possiamo definire “lunatico” è tipico dei cosiddetti investitori retail, cioè degli investitori singoli, non legati a nessun fondo o banca. Proprio come i due ragazzi che hanno provato a fare irruzione al Roadshow di Zuckerberg! A loro sarà destinato circa il 20-25% delle azioni che saranno collocate con l’IPO, se tutto andrà bene! A far pensare che Facebook si riveli un fuoco di paglia, c’è anche la scelta fatta da Goldman Sachs e da altri grandi fondi, i primi che hanno investito in Facebook e ne hanno comprato le azioni prima che la società venisse quotata a Wall Street. Dovete sapere che Goldman Sachs e altri due fondi di investimento, collocheranno sul mercato altri 3 miliardi di dollari di azioni Facebook! Tantissimi. Si tratta di un fenomeno strano, scrivono sia il Financial Times che Milano Finanza (che ha titolato recentemente “Goldman Sachs scarica Facebook”). Di norma quando si fa una IPO, coloro che avevano già quote della società prima della collocazione decidono di vendere in maniera limitata, poiché chi sta per comprare si aspetta un’interesse da parte degli attuali membri della società a “restare sul carro”.
Comunque, il consiglio che mi sento di darvi (in generale) è che se cercate un investimento, la cosa migliore da fare è evitare di fare troppo affidamente sulla “frenesia” del primo giorno, aspettare e vedere se l’IPO di Facebook diventerà come quella di Google o di Groupon.
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