– News – Aim ai raggi X: l’abbigliamento Pattern vede ricavi in crescita del 16,8%
Giro d’affari a 21,6 milioni nel primo semestre 2019. Ebitda e un utile netto rispettivamente in aumento del 20,6% a 2 milioni e del 16,8% a 1,2 milioni. L’azienda piemontese è la prima Pattern è la prima in Italia nel settore del confezionamento ad aver ottenuto la certificazione internazionale SA8000 sulla responsabilità sociale d’impresa
di Valeria Novellini
4′ di lettura
Tutti applaudono al Made in Italy, e specialmente al mondo scintillante della moda e del lusso. Ma dietro questo settore c’è tanto lavoro, in gran parte artigianale sebbene con il supporto delle attuali tecnologie. Una di queste aziende “nascoste” è Pattern, società di Collegno (Torino) approdata all’Aim Italia il 17 luglio 2019. Perfino per trovarla sui motori di ricerca occorre digitare “Pattern Torino” o “Pattern SpA”, perché la sua denominazione sociale è proprio un nome generico che significa “modello”, e difatti Pattern opera nella progettazione, ingegneria, sviluppo, prototipazione e produzione di linee di abbigliamento per i più prestigiosi marchi mondiali top di gamma (nei segmenti “sfilate” e “prime linee uomo e donna”). I clienti di Pattern sono 20, e i primi 3, che generano circa il 78% dei ricavi complessivi, sono brand del calibro di Burberry, Tom Ford e il gruppo LVMH.
Nel primo semestre 2019 Pattern, sulla base dei dati pro-forma a perimetro equivalente che includono le società Pattern Immobiliare Srl e Roscini Atelier Srl (incorporate nella capogruppo il 27 maggio 2019) ha messo a segno un incremento dei ricavi complessivi pari al 16,8% a 21,6 milioni (il valore della produzione, che include anche la variazione delle rimanenze, è salito del 18,1% a 25,1 milioni) e un ebitda e un utile netto rispettivamente in aumento del 20,6% a 2 milioni e del 16,8% a 1,2 milioni (l’incidenza fiscale è passata dal 27,4% al 30,5%).
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In tale ottica per Pattern appaiono credibili, considerando anche la stagionalità del business, gli obiettivi 2019 indicati in sede di IPO, che prevedono un valore della produzione compreso fra 54,2 e 55,1 milioni, un ebitda fra 6,5 e 6,7 milioni e un utile netto fra 4,4 e 4,5 milioni. Su base pro-forma, il primo semestre 2018 si era chiuso con un valore della produzione di 21,3 milioni, un ebitda di 1,7 milioni e un utile netto di 1,06 milioni, che a fine esercizio avevano raggiunto rispettivamente 44,3, 5,4 e 3,5 milioni.
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