– News – Borse europee appese alla Brexit, Piazza affari riparte dalle banche
Clima di incertezza sui mercati europei, dove a dominare ancora una volta è stata la Brexit mentre a Bruxelles sono in corso febbrili trattative in extremis per un accordo. Le dichiarazioni caute del negoziatore Ue Barnier non segnano ancora la svolta che i mercati si aspettavano. Wall Street in calo, deludono le vendite al dettaglio
di Chiara Di Cristofaro ed Enrico Miele
4′ di lettura
L’accordo al fotofinish che potrebbe scongiurare dopo mesi di scontri una “hard Brexit” non ha scaldato sul finale le Borse europee, che chiudono contrastate una seduta all’insegna del nervosismo (con Parigi e Londra in rosso). A pesare sui listini sembrano più le rinnovate tensioni Usa-Cina su Hong Kong, con gli investitori che si interrogano sulla consistenza dell’accordo sui dazi, e il dato sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti diminuite a sorpresa dopo sei mesi di fila in rialzo. Modesto anche l’effetto delle trimestrali a Wall Street, dove è stato il turno di Bank of America che sugli utili ha battuto le aspettative degli analisti. A salvare il FTSE MIB, che ha chiuso con un rialzo dello 0,28%, è stato il comparto bancario, guidato dal duo Banco Bpm (+3,1%) e Ubi Banca (+2,7%), due istituti da settimane al centro dell’interesse degli analisti nel caso di apra la partita delle aggregazioni nel settore del credito italiano. A dare una mano alla banche anche il via libera del governo Conte alla legge di Bilancio per il 2020 e al decreto fiscale collegato alla manovra, che ha raffreddato lo spread in area 142 punti.
Ok automotive con Ferrari ed Fca. Frenato le utility
Sul listino principale va bene l’intero settore dell’automotive, con in testa Ferrari (+2%) e Fiat Chrysler Automobiles (+1%) dopo il dato sulle immatricolazioni in Europa a settembre. Dall’altra parte del listino, invece, non si salvano i titoli difensivi del comparto utility, da Hera (-1,3%) ad A2a (-1%). Le vendite hanno toccato anche Recordati (-1,8%), Leonardo – Finmeccanica (-1,2%) e il settore del lusso. Fuori dal listino principale riprende a correre Gedi Gruppo Editoriale (+6,4%) dopo la pausa di ieri, ben al di sopra dell’offerta di 0,25 euro della Romed di Carlo De Benedetti.
Le Borse europee sono rimaste quindi caute, con gli indici senza direzione in attesa di novità che potrebbero arrivare sul fronte Brexit dopo che il negoziatore Ue Michel Barnier avrà fatto il punto con i rappresentati degli Stati membri presso la Ue. Per Luigi Nardella, responsabile Gestioni di Ceresio Investors, «ci sono buone prospettive» per un accordo. «Boris Johnson è determinatissimo in tal senso in quanto andare alle elezioni senza un ‘deal’ significherebbe spaccare il partito e dover cercare un accordo umiliante con il Brexit Party di Farage. Chiuso l’accordo d’uscita però – sottolinea Nardella – la prossima partita sarà la negoziazione di un’intesa commerciale».
Wall Street, intanto, viaggia in lieve ribasso sul riemergere di alcuni dubbi sulla consistenza dell’accordo sui dazi tra Stati Uniti e Cina. Pechino ha infatti minacciato azioni di rappresaglia dopo che la Camera dei Rappresentanti Usa ha approvato una serie di misure a favore dei manifestanti pro-democrazia di Hong Kong. Un portavoce del ministero degli Esteri cinese ha affermato che se le misure diventassero legge, la Cina adotterà «forti contromisure in risposta alle decisioni sbagliate da parte degli Stati Uniti per difendere la propria sovranità, sicurezza e interessi di sviluppo». I mercati monitorano anche Brexit sulla scia delle
dichiarazioni in arrivo da Bruxelles. Ieri i listini Usa avevano chiuso in rialzo sulla scia del positivo avvio della stagione delle trimestrali che prosegue anche oggi dopo che Bank of America ha battuto le aspettative degli analisti. Sul fronte macroeconomico, le vendite al dettaglio negli Stati Uniti a settembre sono diminuite a sorpresa dopo sei mesi di fila in rialzo. Il dato, reso noto dal dipartimento del Commercio, si è contratto dello 0,3% su base mensile, mentre gli analisti avevano messo in conto un +0,2%.
In testa a Piazza Affari Banco Bpm e Ubi. Tonica Piaggio
La “regina” della seduta è quindi stata Banco Bpm (+3,1%), sostenuta anche dalle voci sulla possibile vendita della controllata del credito al consumo ProFamily. Secondo le anticipazioni di Bloomberg, infatti, alcuni fondi di private equity stanno studiando l’operazione in vista di offerte vincolanti attese per la fine di questo mese e le valutazioni dell’asset si aggirerebbero sui 100 milioni di euro. Tra le migliori del settore automotive c’è Fca assieme al resto del comparto auto europeo. Il mese scorso, secondo i dati Acea, sono state immatricolazioni in Europa oltre 1,2 milioni di auto nuove (+14,4% rispetto allo stesso mese 2018). Fiat Chrysler Automobiles è stata leggermente sotto la media, crescendo del 13,6% a 68mila unità (-10% da inizio anno a 723mila unità) a causa del brand Fiat (+11%), mentre sono cresciute più del mercato Jeep (+20%), Lancia/Chrysler (+23%) e Alfa Romeo (+32%). Gli acquisti hanno poi premiato anche Nexi (+2,6%), Unicredit (+1,7%) e Intesa Sanpaolo (+1,2%). Poco sotto la parità Atlantia (-0,2%) in attesa di sviluppi sul dossier Alitalia. Fuori dal listino principale, seduta tonica per Piaggio (+2,5%) dopo un report di Ubi Banca che ha avviato la copertura sul titolo con un “buy” grazie, spiegano gli analisti, all’ampio portafoglio di tecnologie che differenzia Piaggio dai suoi competitor e che comportano evidenti vantaggi, alla luce dell’evoluzione del settore della mobilità, dove lo sviluppo del mercato delle due ruote elettriche è solo all’inizio.