Spread: cos’è e cosa comporta
E’ in questi ultimissimi giorni che lo spread è tornato ad essere sotto i riflettori per quanto riguarda il panorama azionario italiano ma non solo: infatti, mentre prima del 2008 questo termine risultava essere familiare ai soli addetti del settore, dopo il fallimento dell’istituto bancario Lehman Brothers e la conseguente crisi economica internazionale (che ebbe fra le concause proprio questo fra i più importanti crack della storia degli Stati Uniti) lo spread – con le sue violente oscillazioni – è divenuto un indice esposto anche all’attenzione pubblica.
Indice
Spread: cos’è e cosa comporta
Definizione
Negli ultimi anni, a seguito di crisi economiche più o meno marcate, diversi termini che un tempo facevano parte del vocabolario dei soli tecnici del settore finanziario, sono invece entrati nel linguaggio comune. Fra questi, quello che forse ha un maggior peso è proprio lo spread. L’importanza che questo termine ha (capace di suscitare terrore unanime) non è assolutamente casuale né ingiustificata: infatti, le conseguenze dello spread hanno in sé un grande (negativo) potenziale in grado di ripercuotersi su ogni aspetto della vita comune; non si racchiude, perciò, al solo mondo tecnico legato alla finanza.
Lo spread è la differenza fra il tasso di rendimento dei Buoni del Tesoro Poliennale e dei Bund Tedeschi, entrambi con scadenza fissata a 10 anni. Un buono del tesoro poliennale o BTP, è un certificato di debito decennale emesso dallo Stato italiano mentre un Bund o Bundesanleihen è un titolo di Stato decennale emesso dalla Germania.
In altri termini,
Lo spread è il differenziale fra il rendimento del titolo decennale italiano e quello tedesco.
La ragione per cui è il titolo tedesco a costituire il punto di riferimento risiede nel fatto che l’economia tedesca è quella che versa nelle migliori condizioni ed è molto forte.
Come si calcola lo spread?
La componente cedolare – data dai flussi di interesse che il titolo paga – unita al guadagno (o perdita) in conto capitale – dato dalla differenza fra il pagamento del risparmiatore e il rimborso a scadenza – sono i due fattori che caratterizzano il rendimento di ogni titolo. Tutto ciò si rapporta al prezzo di acquisto del titolo.
Calcolo rendimento del titolo:
(Interessi + (valore rimborso – prezzo acquisto)) / prezzo acquisto
Per il calcolo dello spread fra BTP e Bund, si effettua la differenza fra il rendimento dei due titoli, includendo nel calcolo il prezzo attuale che i due titoli hanno.
Calcolo spread BTP e Bund:
Rendimento BTP – Rendimento Bund
Perché lo spread BTP – Bund è mutevole?
Premesso che lo spread segnala il rendimento maggiore del BTP rispetto al Bund, va considerato che più alto è lo spread, più si alza il rischio che il mercato percepisca un alto fattore di rischio associato al BTP italiano. Uno spread “gonfiato” (come sta accadendo negli ultimi giorni a fronte delle infelici condizioni in cui versa la politica italiana), è sintomatico di una paura del mercato, che richiede rendimenti maggiori per investire sui titoli italiani.
Uno spread in aumento coincide con un aumento dell’inaffidabilità finanziaria italiana, uno spread che diminuisce invece coincide con un rinnovato sentimento di credibilità della stessa. Al di là di ciò, è comunque necessario specificare che quando si parla di spread, bisogna sempre tener conto del contesto generale economico e/o finanziario.
Spread: cos’è e cosa comporta
Effetti sul debito pubblico
Se i mercati percepiscono rischiosità finanziaria, la più immediata conseguenza riguarda un aumento del rendimento richiesto e un debito più costoso per lo Stato. C’è da dire che sui BTP già emessi, lo stato paga gli interessi pattuiti al momento dell’emissione e quindi, a prescindere dallo spread, questa resta una condizione immutabile.
Sarà con le nuove immissioni di BTP che lo spread avrà invece un potere fortemente incisivo, in quanto verranno emessi con interessi e rendimento ben più elevati, pena il rischio che non vengano neppure acquistati.
Tutto ciò causa un più gravoso debito pubblico.
Effetti dello spread sulle imprese
La crescita dello spread impatta anche sulle imprese. Qual è la situazione che si andrebbe a creare? Poichè le banche per reperire finanziamenti pagheranno tassi più elevati, gireranno questi costi più elevati alle aziende che chiedono finanziamenti. Inoltre, poichè per investitori comuni e istituzionali, potrebbe diventare più conveniente comprare titoli di Stato, visto il tasso di rendimento alto, anziché investire in azioni e obbligazioni private, succederebbe che le aziende troverebbero ulteriori difficoltà nel reperire finanziamenti.
Effetti dello spread sulle banche
Dei quasi 2.290 miliardi di debito pubblico di fine 2017 poco meno di un terzo era detenuto da fondi e istituzioni straniere, mentre 2/3 è detenuto in Italia: Banca d’Italia è al 15,45%, fondi di investimento e assicurazioni ne detengono il 19,9%, le famiglie e le imprese sono a poco più del 5% con 120 miliardi circa, mentre le banche italiane hanno oltre 300 miliardi di titoli di stato.
Che cosa succederebbe nei bilanci delle banche che detengono titoli di stato? Oltre all’impato diretto sui bilanci in quanto il prezzo dei BTP scende aumentando il rendimento, e quindi facendo perdere valore all’investimento, il rialzo dello spread colpisce le banche anche perché i titoli azionari delle banche quotate sono le prime a essere vendute dagli investitori quando vogliono “proteggersi” dal rischio-Italia.
Effetti su privati
Se lo spread aumenta, e quindi anche i rendimenti dei titoli di Stato, le famiglie possono risentirne direttamente come piccoli investitori del debito pubblico, di cui hanno in tasca circa 120 miliardi di euro, e indirettamente come clienti delle banche con le quali s’interfacciano tramite prestiti e mutui oppure tramite l’affidamento di risparmi.
Aumentando lo spread il prezzo dei titoli di stato diminuisce, aumentandone il rendimento, e se venissero venduti prima della scadenza, i piccoli investitori accuserebbero una perdita.
Per quanto riguarda invece i mutui, sui tassi variabili un aumento dello spread si tradurrà in un aumento dell’interesse da pagare, sui tassi fissi invece l’aumento dello spread non avrà nessuna conseguenza.
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