7 Azioni Blue Chip Che Sono Sopravvalutate
Uno dei problemi con il mercato attuale è che le parole “blue chips” mantengono ancora lo stesso significato, nonostante siano oggi dei termini un po’ obsoleti. Nel gergo borsistico, per blue chip s’intendono quelle aziende solide con un’alta capitalizzazione di mercato. Tuttavia, molti tendono ad associare queste parole ad un’alta percentuale di sicurezza dell’investimento. Concezione che non potrebbe essere più lontana dalla realtà del mercato attuale. La ragione è che molti di questi titoli non sono solo sopravvalutati, ma anche follemente sopravvalutati! In alcuni casi, hanno anche problemi “sistemici” a cui nessuno presta attenzione…….perché sono “blue chip”. Vediamo ora alcune azioni blue chip che sono sopravvalutate e che converrebbe quindi vendere il prima possibile.
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Procter & Gamble Co. (NYSE: PG)
Procter & Gamble è esattamente il tipo di azione che l’investitore medio non dovrebbe mai possedere nel suo portafoglio, visto anche l’andamento attuale del mercato. Questo perché le entrate della società sono “stagnanti” e/o in calo, così come il suo utile netto. Senza contare che l’azienda spende buona parte del suo free cash flow per il riacquisto di azioni ad un prezzo decisamente troppo caro. Questo è un esempio perfetto di titolo “follemente costoso,” visto che è possibile ottenere due volte il rendimento del 3% in azioni privilegiate e con meno rischi.
Wal-Mart Stores, Inc. (NYSE: WMT)
Wal-Mart potrebbe diventare un anacronismo nell’era di Amazon! Naturalmente, con quasi $ 15 miliardi di patrimonio netto, questa probabilità non pare molto probabile a breve termine. Il problema principale del titolo WMT è praticamento lo stesso di quello Procter & Gamble: il business va bene, ma non è in crescita. E chi investe, lo fa in un’azienda in crescita.
The Coca-Cola Co. (NYSE: KO)
Negli ultimi anni, la Coca Cola sta lottando contro le organizzazioni salutiste che hanno dichiarato “guerra” alla popolare bevanda sul tema dell’obesità che, negli Stati Uniti soprattutto, ha assunto i contorni di una vera e propria piaga sociale. Il problema è che il management della Coca Cola non ha nessuna intenzione di modificare la ricetta della sua bevanda per renderla più….salutare! Come le altre, anche questa società è a crescita 0.
International Business Machines Corp. (NYSE: IBM)
Come le precedenti, IBM rappresenta un altro classico esempio di società che un tempo era fra le migliori blue chip sul mercato, ma che oggi sta passando un periodo a dir poco stagnante. Il suo fatturato è sceso a $ 11 miliardi (-12%) nell’anno fiscale 2015, ma in calo è anche il suo risultato operativo. L’utile netto è sceso di oltre il 20% in soli due anni e il titolo IBM ha perso quasi il 20% negli ultimi cinque anni.
Kraft Heinz Co (NASDAQ: KHC)
Negli ultimi tempi, Kraft Heinz ha avuto una storia abbastanza travagliata formata da molteplici fusioni aziendali che coinvolgono Warren Buffett, il maggiore azionista. Il problema di questa società è lo stesso della Coca Cola: vende cibo spazzatura e gli americani sono sempre più sensibilizzati a mangiare in modo più sano. Questo ci fa capire come il titolo KHC sia oggi troppo costoso per ciò che effettivamente offre ai propri azionisti.
Time Warner Inc. (NYSE: TWX)
Personalmente, ho sempre considerato TWX uno dei titoli più “insignificanti” del panorama blue chip. Anche perché nel suo settore si possono trovare titoli che offrono una migliore diversificazione e affidabilità, come ad esempio Walt Disney Co. (NYSE: DIS). Anche se Time Warner è proprietaria dei marchi HBO, Warner Bros Studios e Turner Broadcasting, la società non ha attualmente fatto registrare alcuna crescita delle sue entrate. Nonostante un rendimento del 2%, oggi non vale la pena investire nel titolo TWX.
Dow Chemical Co. (NYSE: DOW)
Dow Chemical Co. è ancora una potenza industriale, ma molti temono che stia per diventare un’altra IBM! La società si trova infatti nel bel mezzo di un importante periodo di transizione, in cui sta diversificando il suo business. La società è finanziariamente solida, ma ha una crescita troppo irregolare che non fa propendere per un investimento a breve termine, nonostante un buon rendimento del 3,5%.