Il Contagio Globale del Brexit
Il recente voto che ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea rischia di creare un effetto domino sull’intero vecchio continente. Per il momento però, a pagarne le conseguenze sono la sterlina britannica e i mercati finanziari di tutto il mondo. La Borsa di Milano ha pagato un prezzo altissimo a causa del Brexit, con una perdita superiore al 12% (la peggiore di sempre!) e soprattutto il crollo del settore bancario, che ha perso in media il 27%. Molto più, strano ma vero, di quello inglese (13,9%). Il paradosso dei mercati finanziari odierni è che sono ormai diventati meccanismi velocissimi per propagare il contagio da un Paese all’altro, in quanto gran parte delle contrattazioni in Borsa è effettuata da algoritmi automatici. I britannici votano, ma a pagarne le conseguenze sono le imprese giapponesi e le banche italiane!
Il Mercato Forex
La prima conseguenza del Brexit, ampiamente prevista da molti analisti, è stata la svalutazione della sterlina inglese, ritornata ai livelli del 1985! Subito dopo il voto, la moneta britannica ha perso il 10,56% rispetto al dollaro. Ma è normale che una valuta si deprezzi quando si temono fughe dalla Gran Bretagna di banche o aziende e dunque di capitali. Quello che non era preventivato è che lo yen si sia rafforzato notevolmente su tutte le altre valute, causando un danno all’economia giapponese e dunque un forte ribasso (-5,64% dal giorno del referendum) sulla Borsa di Tokyo. A questo punto la domanda che potreste farvi è : “Cosa c’entra lo yen e il Giappone con il Brexit?” La motivazione è soprattutto di natura finanziaria. Lo yen viene infatti tradizionalmente usato dagli investitori globali come valuta per quello che viene chiamato “carry trade“: ciò significa che quando lo scenario è positivo, molti investitori si indebitano in Giappone (dove i tassi sono molto bassi da decenni) e con i soldi presi in prestito comprano azioni oppure obbligazioni in altri paesi. Questo, normalmente, causerebbe il deprezzamento della valuta nipponica. Ma nel post Brexit avviene il contrario: tutti chiudono le posizioni di carry trade, vendono azioni e ricomprano yen per rimborsare i debiti. In questo modo lo yen si apprezza sempre più e, conseguentemente, si rafforza anche il dollaro, in quanto considerato tradizionalmente come la valuta rifugio per eccellenza.
I Mercati Azionari
Il Brexit ha causato, ovviamente, il crollo dei titoli inglesi. Ciò si spiega semplicemente con il fatto che tutti prevedono che la Gran Bretagna possa subire un rallentamento economico a causa della sua uscita dalla UE. Si tratta però di un crollo molto piccolo, se paragonato a quello della Borsa Italiana o Giapponese. Dal giorno del Brexit, infatti, la borsa di Londra ha perso “solo” il 3,12% (meno della metà di Francoforte). Ciò per “merito” della sterlina. Visto che il pound si è deprezzato del 10% e dato che la Borsa di Londra è formata da molte società la cui attività principale è l’export, gli investitori credono che le aziende inglesi possano prima o poi beneficiare del deprezzamento della loro valuta. Perché allora le Borse europee sono crollate più nettamente, considerando che anche l’Euro si è svalutato solo un po’? La causa è da ricercarsi nella grande incertezza politica che vige da molto tempo ormai in Europa. Un’altra motivazione è di carattere finanziario, in quanto gli investitori che oggi vogliono proteggersi dall’incertezza, non potendo vendere titoli di Stato dei Paesi del Sud (perché sono protetti dalla Bce), vendono azioni nel Sud Europa. E soprattutto azioni del settore bancario che sono comunemente gli strumenti più simili ai titoli di Stato, nonostante le loro ben note criticità. Per questo motivo le banche italiane italiane hanno perso tantissimo a causa del Brexit (-27,3% in tre giorni, contro il 16,9% di quelle tedesche e il 13,9% di quelle francesi): perché su di loro si scarica la “furia” di tutti coloro che vogliono coprirsi dal rischio Italia!
Economia Reale
Il Brexit è stato solo una goccia nell’oceano: a creare il contagio globale sono i meccanismi (spesso automatici) dei mercati finanziari. Meccanismi che di tanto in tanto scattano, a prescindere dagli eventi in corso: ad inizio anno era il timore sulla Cina, poi il prezzo del petrolio, ora Brexit. Quello che più ci interessa capire è se questo clima di incertezza finanziaria possa, a lungo termine, avere dei risvolti anche sull’economia reale. Se ad esempio le banche crollano in Borsa, non possono effettuare aumenti di capitale e dunque sono costrette a ridurre il credito alle imprese. Se lo yen sale, soffre l’economia giapponese. E così via: è un effetto domino globale! Ecco perché i Governi e le banche centrali sono tutti pronti a intervenire: per evitare che questo “tsunami” borsistico si ripercuota sull’economia reale. Molti analisti sono convinti che prima o poi le banche centrali faranno qualcosa per rimediare alla situazione: la Fed Usa e la Bank of Japan per arginare la salita delle loro valute, la Bank of England per tamponare le conseguenze di Brexit e la Bce per arginare la marea in Europa. Anche i Governi stanno cercando il modo per intervenire, sostenendo le banche. In questo modo lo scenario potrebbe cambiare continuamente, così come la speculazione finanziaria. Ecco perché capire i meccanismi della finanza è sempre più importante in un mondo così globalizzato come il nostro.
fonte articolo: Il Sole 24 Ore