La Teoria Delle Onde di Elliott
Anche se Dow fu il primo ad ipotizzare una similitudine fra i trend finanziari e le onde del mare, è a Ralph Nelson Elliott che si deve l’evoluzione di questo concetto fino a realizzarne una vera e propria teoria chiamata appunto “Teoria delle onde“. Charles Dow, per spiegare il funzionamento delle dinamiche dei trend, paragonò un mercato al rialzo alla fase crescente della marea durante la quale le acque, pur retrocedendo fra un’ondata e quella successiva, riescono a guadagnare comunque terreno! Questa analogia (valida anche per i trend ribassisti, paragonati ovviamente alle fasi calanti della marea!) fu ripresa ed inserita da Elliott in uno studio più ampio che chiamò “Nature’s Law: The Secret of the Universe“. In questo studio, spiegava una delle sue convinzioni, ovvero che esistesse una legge superiore che governasse tutte le attività umane e, conseguentemente, anche i cicli economici. Quindi, pur partendo da una teoria abbastanza simile a quella di Dow, Elliott improntò i suoi studi con un valore previsionale rispetto alle evoluzioni dei mercati. Anche se l’analisi tecnica tende per natura a seguire i trend, ha beneficiato dell’approccio di Elliott: i suoi studi infatti riescono a fornire agli analisti dei segnali relativi a momenti di minimo o massimo del mercato consentendo così di operare in anticipo rispetto all’approccio del suo illustre collega che, notoriamente, consente di entrare in una posizione solo dopo che il trend si è formato. Quindi, nonostante la teoria di Elliott parta dai presupposti enunciati prima da Dow, risulta più complessa proprio il desiderio del suo autore di pervenire ad un modello unico, comprensibile da tutti ed applicabile a tutti gli aspetti della realtà.
La Teoria Delle Onde
Nella cosiddetta teoria delle onde, Elliott identifica ed analizza 3 elementi particolarmente importanti. Si tratta del pattern, cioè della figura, il ratio, cioè la percentuale e il tempo. I pattern rappresentano l’aspetto più importante delle teoria, sul quale sono poi costruiti tutti i successivi. Elliott parte da una figura principale che indica un ciclo completo costituito da cinque onde rialziste e tre ribassiste. La parte fondamentale della teoria di Elliott è costituita però dal concetto di ciclo, inteso come disegno all’interno del quale sono identificati ulteriori cicli, di volta in volta sempre più piccoli. Così, dal grande superciclo (che può durare fino a 200 anni!!) Elliott identifica altri otto cicli, sempre più brevi, fino ad arrivare al “subminuette”, della durata di poche ore. Poiché ogni ciclo ne contiene un altro, assume un’importanza fondamentale la misurazione del grado di inclinazione dell’onda che si sta studiando, così da comprendere in quale ciclo ci si trovi e, soprattutto, su quale delle sue onde. Generalmente però, è possibile definire una regola che prevede che ogni onda faccia parte dell’onda del ciclo superiore……ma con una maggiore inclinazione.
Come potete vedere dall’immagine sopra, l’aspetto principale delle Teoria delle Onde di Elliott prevede un ciclo composto da 5 onde rialziste seguite da 3 ribassiste. Il ciclo completo è formato da 8 onde: la 1, la 3 e la 5 onda sono denominate onde di impulso o “impulse waves” ed esprimono il rialzo mentre la seconda e la quarta onda, che si muovono in controtendenza, esprimono il movimento di correzione rispetto alle onde 1 e 3. Elliott le chiama infatti proprio corrective waves. Una volta che il rialzo è finito, raggiungendo il culmine in corrispondenza dell’onda numero 5, inizia la fase ribassista costituita da tre onde che Elliott non numera ma indica con la sequenza a, b, c, rispettivamente ribassista, di correzione e nuovamente ribassista. Di seguito vi illustrerò lo schema teorico della sequenza delle Onde. Il grado di inclinazione delle onde di ogni ciclo è inversamente proporzionale alla sua durata. Così, le onde del superciclo saranno “lente e poco inclinate” mentre, al contrario, quelle dei cicli più brevi avranno una durata inferiore e un’inclinazione superiore. Tenete a mente che la figura sottostante indica l’applicazione del modello di Elliott al movimento dei prezzi di un titolo…..
Accanto ai pattern, assume notevole importanza anche il ratio, che rappresenta la percentuale di correzione di ciascuna onda. Come abbiamo visto, ad ogni onda al rialzo corrisponde poi una correzione (o ritracciamento) che, secondo Elliott, percorrerà in senso inverso il movimento originale in una percentuale del 38, 50 o 62%. Tali percentuali di correzione, che si hanno di solito nelle osservazioni empiriche, sono utilizzate dagli analisti per il calcolo degli obiettivi di prezzo. In sostanza, Elliott sostiene che la base matematica della sua teoria è composta proprio dalla sequenza dei numeri che furono scoperte da Fibonacci (golden ratio) e l’osservazione sistematica dei risultati ottenuti dall’applicazione della Teoria delle Onde conferma tale asserzione in maniera pressoché inequivocabile. Inoltre, anche il tempo è importante per la teoria di Elliott…..anche se è leggermente di secondo piano rispetto ai pattern e al ratio: questo perché è utile solo come elemento di conferma per l’identificazione del ciclo che si sta osservando.
Interpretazioni Della Teoria di Elliott
All’inizio, la teoria di Elliott fu introdotta ed applicata agli indici azionari: tuttavia, secondo molti analisti finanziari, non da il meglio di sè nell’analisi dei singoli titoli azionari ma invece è molto efficace se applicata ai mercati delle commodities più importanti. Comunque, deve essere considerato che l’osservazione delle onde e la loro catalogazione non è un’attività che possa essere svolta da chiunque né, per sua stessa natura, consente di determinare oltre ogni dubbio, su quale onda e su quale ciclo ci si trovi! Il grado di soggettività rende quindi complessa l’applicazione della Teoria delle Onde anche se a Elliott va il merito di aver introdotto una teoria densa di affascinanti intuizioni e di grande valore e utilità per gli analisti.
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