Analisi e Previsioni Finanziarie Per Il 2015
L’anno appena passato è stato sicuramente ricco di sorprese per gli investitori. Mentre lo S&P 500 è salito di poco più del 12%, i Bond del tesoro americano “zero coupon” a 20 anni hanno nuovamente battuto i rendimenti azionari, con un ottimo rendimento del 44%. Forse questa è stata la sorpresa più inaspettata, perché si tratta di un prodotto che viene continuamente diffamato e sottovalutato da un pò tutti i media finanziari. Per quanto riguarda il 2015, al momento regna solo l’incertezza sull’economia globale.
Ad ogni modo, cerchiamo ora di analizzare alcuni aspetti interessanti di cui gli investitori devono essere a conoscenza, per sapere come potrebbe andare il settore economico-finanziario nel nuovo anno.
Uno dei dati di fatto del 2014 è che l’indice di volatilità sia aumentato di quasi il 40%. E si prevede che tale tendenza possa aumentare ancora nel 2015. Il quantitative easing è giunto ormai alla fine, mentre la politica monetaria straordinaria sta lentamente portando ad un aumento della volatilità del mercato azionario. Questo dovrebbe creare opportunità per gli operatori e gli investitori a lungo termine che desiderano acquistare società super-valutate a prezzi molto bassi.
Altro evento a cui abbiamo assistito lo scorso anno è di come il PowerShares DB USD Bull ETF (UUP) sia cresciuto del 10,72%, segnando l’anno migliore per il dollaro americano dal 2005. E quest’anno, tra un’economia globale ancora “zoppicante” e l’ascesa di forze deflazionistiche, possiamo aspettarci che il dollaro continui a crescere ancora, con conseguente calo delle valute estere (specialmente Euro, Yen e Rublo russo). Nel 2014 abbiamo assistito anche al calo delle materie prime, in particolare nel comparto energetico. Anche se questo evento ha suscitato stupore fra gli addetti ai lavori, chi capisce un pò di macroeconomia non dovrebbe esserlo affatto! Nel 2014, il prezzo del greggio è crollato di oltre il 40%, mentre il Brent è sceso del 45%, la benzina è caduta del 42% e il Goldman Sachs Commodity Index è giù del 31%.
Nel 2015 possiamo aspettarci che tale trend continui, anche se ad un ritmo inferiore rispetto allo scorso anno. Altro dato interessante riguarda gli indici statunitensi: dal 2009 il Vanguard Total Stock Market Index (VTI) è aumentato di oltre il 130,33%, il Nasdaq Index (QQQ) è salito del 232,74% e anche il Dow Jones Industrial Average (DIA) ha visto guadagni di oltre il 98,37%. Durante tale lasso di tempo, però, gli investitori più attivi hanno avuto difficoltà a battere gli indici azionari. Nel 2015 possiamo aspettarci che tale tendenza venga invertita. Se e quando tale evento avverrà sarà perché, quando l’indice di volatilità aumenta, viene creata una sorta di “dislocazione” dando così ai partecipanti attivi l’opportunità di sfruttare i movimenti di breve termine dei titoli, per guadagni a lungo termine nei portafogli degli investitori.
Infine, in questo 2015 possiamo aspettarci che la FED non aumenterà i tassi di interesse. Il suo presidente ha recentemente ricordato gli errori commessi del ’37 con la speranza di non ripeterli! Inoltre, gli oneri del debito dei paesi sviluppati continuano a condizionare una reale crescita economica globale. Quindi, possiamo aspettarci che i buoni del tesoro americano trentennali “zero-coupon” battano le azioni ancora una volta nel 2015.