Come Investire In Un Mercato Orso
Un mercato orso (o ribassista) viene tradizionalmente definito come un periodo di rendimenti negativi nel mercato, con un’incidenza tra il 15 e il 20% o più.
Tra il 1900 ed il 2015 vi sono stati ben 32 fasi di mercato orso, ad una media di un anno ogni 3,5. L’ultimo si verificò durante l’ultima crisi finanziaria mondiale (tra Ottobre 2007 e Marzo 2009): in quei mesi, l’indice della Borsa Americana (DJIA) perse il 54% del suo valore.
Durante questo fase di mercato, infatti, la maggior parte delle azioni perdono di valore, spesso sostanzialmente. Vi sono diverse strategie che vengono utilizzate quando gli investitori credono che questo mercato stia per arrivare o sta già verificandosi, che dipendono da una serie di fattori come la tolleranza al rischio dell’investitore, l’orizzonte temporale degli investimenti e gli obiettivi.
Mercato Orso e Strategie
Una delle strategie più sicure (ma anche la più estrema) è quella di vendere tutti i vostri investimenti, tenendo denaro liquido o re-investendolo direttamente in strumenti finanziari molto più stabili, come ad esempio obbligazioni governative a breve termine. In questo modo, un investitore può ridurre la sua esposizione al mercato azionario e ridurre al minimo gli effetti di un mercato orso. Per gli investitori che cercano di mantenere le proprie posizioni nel mercato azionario, una strategia difensiva è di solito quella più adottata.
Questo tipo di strategia prevede infatti che l’investimento sia fatto in grandi società con bilanci solidi e una lunga storia di utili operativi: per questo vengono anche chiamate azioni difensive. Il motivo principale è che queste aziende sono più stabili e tendono ad essere meno influenzate da una crisi globale dell’economia o del mercato azionario, rendendo quindi i prezzi delle loro azioni meno suscettibili ad un crollo generalizzato.
Queste includono anche le aziende che soddisfano i bisogni delle imprese e dei consumatori, come le imprese alimentari (le persone devono pur sempre mangiare, crisi o non crisi). Al contrario, le imprese più piccole vengono solitamente evitate in una fase di mercato orso, in quanto non hanno la forza e la sicurezza finanziaria necessaria per sopravvivere ad una crisi economica globale o del mercato.
Come Investire
Tuttavia, non sono convinto che la soluzione migliore sia quella di vendere tutto e subito! Come ripeto sempre, la scelta deve essere sempre fatta in maniera più razionale e selettiva.
Bisogna chiedersi come e perché si è fatto determinate scelte d’investimento e se queste rispondono al nostro grado di rischio. In questa fase del mercato, la diversificazione (se fatta bene) aiuta molto: se si possiedono tante azioni, ma sono state tutte comprate ad un prezzo alto e la “qualità” di queste aziende è scarsa (alto indebitamento, fatturato in diminuzione, settore in declino ecc..) la diversificazione fatta non servirà a nulla.
Bisogna quindi selezionare con cura gli strumenti di trading (a seconda dell’orizzonte temporale disponibile) e imporsi a priori una disciplina riguardante le entrate e le uscite. Ad esempio, occorre imporsi di acquistare azioni (anche sotto forma di ETF diversificati su Euro e Dollaro) soltanto quando gli indici relativi sono scesi di almeno il 20% e di acquistarne una seconda tranche se quel prodotto scende ancora del 20%. E così via, finché il trend non sarà invertito. Quando (si spera) l’indice ritornerà al livello di quando abbiamo acquistato, bisognerà attendere finché non sarà cresciuto del 20% e solo in quel momento vendere il capital gain, investendo il ricavato in titoli di Stato. E rifare la stessa cosa se proseguirà la crescita dell’indice. Questa strategia basilare (ovvero, fare shopping quando i prezzi sono bassi e vendere quando salgono) è quella che utilizzano i bravi gestori per battere la performance degli indici.
Conclusioni
Ad ogni modo, esistono anche altre strategie attuabili in presenza di un mercato orso. La cosa più importante è capire che questa fase del mercato è molto complessa, soprattutto per gli investitori “long”, perché in essa la maggior parte delle azioni perdono di valore e le strategie attuabili possono solo limitare la propria esposizione negativa, non eliminarla del tutto.